Le preoccupazioni di Bonomi: "Visto il maxi debito pubblico italiano, ci preoccupa molto"
Ieri lo spread ha toccato la quota psicologica dei 200 punti per chiudere a 193, oggi ha riaperto a 194. I rendimenti dei Bpt a 10 anni sono a 4,94% ai massimi dal 2011, e intanto c’è il dialogo con Bruxelles da instaurare su un manovra con uno scostamento di bilancio da 14 miliardi, un 4,3% programmatico di deficit – dal 3,6% tendenziale – per il 2024 ben lontano da quel 3% del patto di stabilità in attesa di riforma.
Ma il governo ritiene che il quadro di finanza pubblica approvato nella Nadef non crei alcun conflitto né con la Commissione europea né con i mercati perché “è improntato al principio della responsabilità e della prudenza con interventi indispensabili e necessari per assicurare la coesione sociale”, sottolinea il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Da Bruxelles si limitano a ricordare che attendono di valutare il Documento programmatico di bilancio – l’ossatura della manovra, che il governo deve inviare entro il 15 ottobre – per poi valutarne la conformità con i i requisiti fiscali inclusi nelle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio lo scorso luglio “e pubblicheremo il nostro parere sui Dpb come parte del pacchetto autunnale del semestre europeo, che posso dirvi è previsto per il 21 novembre di quest’anno”, spiega nel briefing la portavoce della Commissione europea, Veerle Nuyts.
Le preoccupazioni di Bonomi
“Visto il maxi debito pubblico italiano, lo spread ci preoccupa molto. Ho visto che il ministro Giorgetti ha detto che il solo aumento del differenziale quest’anno brucerà 15 miliardi. È una manovra finanziaria” ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in un’intervista a Repubblica. “Io credo che sia stata sbagliata la strada che ha preso la Bce. La sola strada dell’aumento dei tassi per combattere un’inflazione importata non serve. Anzi, il rischio è la recessione”, spiega. “Bisognava equilibrare l’aumento dei tassi – come avvenuto negli Stati Uniti – con altri stimoli. Ecco perché sarebbe anche importante escludere determinati investimenti dal Patto di stabilità. Da noi gli investimenti sono crollati dal 3,5% del primo trimestre 2021 allo 0,8% degli ultimi trimestri”.
“In Italia il vero tema è che bisogna rivedere seriamente la spesa corrente, sono oltre 1100 miliardi all’anno: da qualche parte si potrà risparmiare? Francamente i due miliardi di tagli previsti sono pochi”, sottolinea Bonomi. I cinque maggiori istituti economici tedeschi hanno detto che la Germania è in recessione: quest’anno chiuderà a -0,6%. “Sì, siamo preoccupati. In generale c’è un rallentamento del commercio mondiale. Però, certo, la Germania sta rallentando in maniera molto consistente. Ed è il nostro primo partner commerciale – nel 2022 gli scambi hanno raggiunto i 168 miliardi di euro. Noi siamo un’economia di trasformazione, basata sulle esportazioni, e in presenza di una domanda interna asfittica, la Germania ci ha sempre garantito un buon andamento dell’economia. Insomma – aggiunge – non possiamo mai gioire se i tedeschi vanno male”.
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