La cornice è l'articolo 36 della Costituzione. Schlein: "Sentenza storica"
La Cassazione anticipa la politica stabilendo che il Salario minimo costituzionale può essere fissato dal giudice in modo che sia proporzionato e sufficiente a garantire gli standard minimo di legge. La Cassazione nelle sentenza 27711, di cui LaPresse ha preso visione, fissa una serie di paletti.
Il giudice deve in via preliminare fare riferimento alla contrattazione nazionale di categoria, dalla quale però può “motivatamente discostarsi” se questa è in contrasto con il principio di proporzionalità e sufficienza fissati dalla Costituzione. In secondo luogo, ai fini della determinazione del “giusto Salario minimo costituzionale” il giudice può riferirsi a contratti collettivi di settori affini. Infine, nell’opera di verifica della retribuzione minima adeguata il giudice può fare riferimento all’occorrenza a indicatori economici e statistici, come suggerito dalla Direttiva Ue dello scorso anno. La Corte ha così accolto il ricorso presentata dal dipendente di una cooperativa. La cornice è l’articolo 36 della Costituzione, che prevede che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“. Ma anche la direttiva 2022/2041 che ha l’obiettivo della “convergenza sociale verso l’alto” dei salari per assicurare condizioni di vita dignitosi.
Schlein: “Sentenza storica”
“Arriva dalla Cassazione, con una sentenza storica, una indicazione che conferma la necessità e l’urgenza di stabilire un salario minimo secondo i principi stabiliti dalla Costituzione. La contrattazione collettiva, specie in alcuni settori, va sostenuta, affinché sia sempre garantito a chi deve lavorare per vivere il diritto a un’esistenza dignitosa”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, aggiungendo che “il governo su questo tema continua invece a fare il gioco delle tre carte, incurante delle condizioni reali di tante lavoratrici e lavoratori in questo Paese”.
“Il lavoro povero esiste e lo vivono sulla propria pelle milioni di persone. Noi saremo al loro fianco ogni giorno finché non otterremo un salario giusto e dignitoso”, conclude.
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