Il rischio è di un "duplice shock" legato ai conflitti in Medioriente e Ucraina
La Banca mondiale ha riferito che i prezzi del petrolio potrebbero raggiungere “acque inesplorate” nel caso in cui si intensificassero le violenze tra Israele e Hamas, circostanza che potrebbe comportare un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in tutto il mondo. Il Commodity Markets Outlook della Banca mondiale ha rilevato che, mentre gli effetti sui prezzi del petrolio dovrebbero essere limitati se il conflitto non dovesse espandersi, le prospettive “si oscureranno rapidamente” se invece ciò dovesse succedere. Nel complesso, i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 6% dall’inizio del conflitto. E l’oro – bene rifugio le cui quotazioni tendono a salire nei periodi di conflitto – è aumentato di circa l’8%, secondo la Banca mondiale.
Il rapporto della Banca mondiale simula tre scenari per l’approvvigionamento globale di petrolio in caso di interruzione degli approvvigionamenti piccola, media o grande. Gli effetti dovrebbero essere limitati se il conflitto non dovesse allargarsi in uno scenario di ‘piccola interruzione‘ – che prevede che i prezzi del petrolio scendano a una media di 81 dollari al barile l’anno prossimo. Durante una ‘perturbazione media‘ – equivalente a quella sperimentata durante la guerra in Iraq – la fornitura globale di petrolio diminuirebbe da 3 a 5 milioni di barili al giorno, facendo salire i prezzi del petrolio probabilmente del 35%. In uno scenario di ‘grande interruzione‘ – paragonabile all’embargo petrolifero arabo del 1973 – l’offerta globale di petrolio si ridurrebbe da 6 a 8 milioni di barili al giorno e i prezzi potrebbero aumentare dal 56% al 75%, ovvero da 140 a 157 dollari al barile, secondo il rapporto.
Indermit Gill, capo economista della Banca mondiale, ha affermato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha già avuto effetti dirompenti sull’economia globale “che persistono fino a oggi”. “Se il conflitto dovesse intensificarsi, l’economia globale si troverebbe ad affrontare per la prima volta dopo decenni un duplice shock energetico: non solo dalla guerra in Ucraina, ma anche da quello in Medioriente”, ha affermato Gill. Ayhan Kose, vice capo economista della Banca mondiale, ha affermato che l’aumento dei prezzi del petrolio si tradurrà inevitabilmente in un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. “Se si verificasse un grave shock del prezzo del petrolio, ciò spingerebbe al rialzo l’inflazione dei prezzi alimentari che è già elevata in molti paesi in via di sviluppo” a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, ha affermato Kose, “un’escalation dell’ultimo conflitto intensificherebbe l’insicurezza alimentare, non solo nella regione ma anche in tutto il mondo”.
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