Con piena attuazione del Pnrr "spinta tra 2,3 e 2,6 punti Pil"
“Le previsioni macroeconomiche ufficiali, validate dall’Upb il mese scorso in occasione dell’audizione sulla Nadef, sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo”. Così la presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Livia Cavallaro, in audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. “Le previsioni macroeconomiche ufficiali sul PIL si collocano nella fascia alta delle attese rispetto a quelle di altre istituzioni e analisti privati – aggiunge – Gli obiettivi di crescita del Governo per il 2024 sono raggiungibili, ma solo sotto l’ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del Pnrr. Sullo sfondo, si fanno più evidenti le criticità legate all’integrale utilizzo dei fondi del Piano, affiancate dai rischi di natura esterna”.
“Alla luce delle oggettive condizioni di incertezza e instabilità dello scenario, combinate con il peso del debito e la debole dinamica del Pil nel nostro paese, i già forti vincoli di bilancio si fanno più stringenti”, ha specificato Cavallaro, per la quale “sebbene l’impatto della manovra sia coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti nella NADEF 2023 e nel DPB 2024, ogni rallentamento sulla strada obbligata di riduzione del debito rischia di comprimere ulteriormente i margini di manovra per affrontare condizioni sfavorevoli, quali shock inattesi o rallentamenti della crescita”.
Manovra, Upb: “Orientata a breve periodo, pesa su aspettative famiglie e imprese”
“In una situazione soggetta a rischi di natura interna e soprattutto internazionale, la manovra appare improntata a un’ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati”, ha affermato Cavallaro. “Inoltre, per il secondo anno consecutivo, si prevede sia un aumento del deficit per il primo anno rispetto a quanto precedentemente stabilito, sia il rinvio all’anno finale dell’orizzonte previsivo – il 2026 – del conseguimento di un disavanzo inferiore al 3 per cento del PIL”, aggiunge.
Manovra, Upb: “Da taglio cuneo possibile disincentivo a lavoro”
“La misura più rilevante della manovra, il taglio del cuneo fiscale, pari a 10,7 mld, è finanziata temporaneamente in deficit: una eventuale ulteriore estensione richiederà l’individuazione di misure di copertura strutturali. La conferma della decontribuzione garantisce un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi, in particolare il reddito degli operai incrementando la capacità redistributiva del complesso del prelievo contributivo e fiscale. La modalità per fasce fa però cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda di 35.000 euro, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro. Nell’eventualità di ulteriori proroghe vi sarebbe un forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale”, ha sottolineato Cavallaro in audizione.
Pnrr, Upb: “Con piena attuazione spinta tra 2,3 e 2,6 punti Pil”
“Il PNRR ha un ruolo centrale per il sostegno dell’economia e la sua attuazione non può ammettere rinvii. Secondo stime dell’Upb, il pieno avanzamento dei progetti del PNRR fornirebbe uno stimolo all’attività economica che, se pur appena inferiori rispetto a quello prefigurato dal MEF, è determinante per lo sviluppo nel prossimo biennio. Nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo RRF, le stime dell’Upb indicano che il PNRR dovrebbe spingere il livello del PIL tra i 2,3 e i 2,6 punti percentuali rispetto allo scenario in assenza del Piano. Affinché tale risultato sia raggiunto occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi”, ha sottolineato Cavallaro in audizione.
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