La Corte d’appello di Milano ha assolto gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, nel processo per la presunta errata contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini. Completamente ribaltato il verdetto di primo grado che, il 15 ottobre 2020, aveva portato alla condanna dell’ex presidente della banca e l’ex amministratore delegato a 6 anni ciascuno per false comunicazioni sociali e aggiotaggio. I giudici d’appello (collegio Correra-Bernazzani-Siclari) hanno letto il dispositivo nell’aula della Corte d’assise d’appello. Annullata anche la condanna a 3 anni e 6 mesi per Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale di Mps. La Procura generale di Milano, rappresentata dal sostituto Massimo Gaballo, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado e della sanzione di 800mila euro (revocata) per l’istituto di Rocca Salimbeni come responsabile civile e il trasferimento degli atti a Siena per Salvadori. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.
La Corte ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Il processo riguardava gli strumenti finanziari sottoscritti nel 2008-2009 da Mps con Deutsche Bank e Nomura per coprire le perdite dell’operazione Antonveneta quando la banca senese era guidata da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni (condannati in primo grado, assolti nel procedimento ‘gemello’ in Appello con sentenza divenuta definitiva dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione della Procura generale di Milano).
Il Pg aveva definito, durante la sua requisitoria d’appello, “grottesca” l’assoluzione del precedente management e mosso critiche anche alle autorità di controllo pubbliche (Bankitalia, Consob) e private (Ernst&Young) parlando di “colpevole connivenza” con testimonianze dei propri funzionari “inattendibili perché condizionate dalla paura di essere incriminati o citati per danni”. La sentenza di primo grado, impugnata da Profumo, 66 anni, e Viola, 65, sarebbe stata “esemplare per lucidità e completezza argomentativa, avendo smontato con certosina precisione tutte le argomentazioni difensive” che invece oggi sono state accolte dalla Corte d’appello. Nel processo il difensore di Profumo, avvocato Adriano Raffaelli, ha parlato a più riprese di “errori marchiani” nelle sentenza di condanna e di “un surplus di trasparenza virtuoso nel dare piena contezza degli effetti della contabilizzazione” anche “a saldi chiusi” delle operazioni finanziarie ‘Alexandria’ e ‘Santorini’ da parte del management della banca.
“Sono molto contento anche per la banca, dopo otto anni di sofferenza si chiude questa penosa e triste vicenda“. Sono le prime parole a caldo di Alessandro Profumo, visibilmente emozionato, dopo la sentenza della Corte di appello di Milano che lo ha assolto dalle accuse di false comunicazioni sociali e aggiotaggio nel processo per la presunta errata contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci del Monte dei Paschi di Siena. “Si è chiusa perché il fatto non sussiste e mi sembra un fatto abbastanza indicativo” ha detto l’ex presidente della banca senese rispondendo a una domanda sul processo che lo vede ancora coinvolto, quello per i crediti deteriorati di Mps che è in fase di udienza preliminare davanti alla Gup di Milano, Fiammetta Modica.
Il titolo di Mps fa un balzo del 2,32% a Piazza Affari a 3,347 euro, dopo che in appello a Milano sono state annullate le condanne nel processo agli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, per la presunta errata contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini. Piazza Affari al momento viaggia piatta con il Ftse Mib a +0,08%.