Il Pil, secondo Via Nazionale, aumenterebbe dello 0,7% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024

Banca d’Italia aggiorna le previsioni su crescita, occupazione, inflazione e descrive un quadro in chiaroscuro, con il Pil che l’anno prossimo dovrebbe salire meno del previsto, un’occupazione che dovrebbe continuare a tirare anche nei prossimi tre anni e il rallentamento dei prezzi che proseguirà in forma più decisa già a partire dal 2024. Una tendenza, quest’ultima, confortata dai dati relativi a novembre diffusi dall’Istat, da cui emerge una ulteriore frenata dell’inflazione nell’ordine di mezzo punto rispetto al mese precedente. Non si ferma invece la corsa del debito che a ottobre ha scalato nuovi record, con un aumento di oltre 23 miliardi rispetto a settembre. Record a novembre anche per i tassi sui mutui con il saggio medio al 4,48% e l’Abi che torna a segnalare “i riflessi della politica restrittiva della Bce sulle economie dell’area euro e in particolare quella italiana”.

Crescita Pil rivista al ribasso nel 2024

Sul fronte della crescita tocca a Bankitalia confermare le incertezze. Rispetto alle proiezioni pubblicate a ottobre, la crescita del Pil viene infatti rivista al ribasso nel 2024, in linea con i segnali di una più prolungata debolezza congiunturale, e al rialzo nel 2025, principalmente per effetto di tassi di interesse lievemente più contenuti. Nel dettaglio, dopo il leggero aumento nei mesi estivi il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso e tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno. In media d’anno il Pil aumenterebbe dello 0,7 per cento nel 2023, dello 0,6 nel 2024 e dell’1,1 nel 2025 e nel 2026. Ma il grado di incertezza resta elevato, segnala Via Nazionale, “con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso”. Per quanto riguarda invece la dinamica dei prezzi Bankitalia sottolinea che “l’inflazione al consumo è stata rivista al ribasso in tutto il triennio 2023-25 e in misura particolarmente marcata nel 2024, per 0,5 punti percentuali, riflettendo una più rapida discesa dei corsi energetici e un più forte rallentamento della componente di fondo evidenziato dagli ultimi dati”.

I dati Istat sull’inflazione a novembre

Novembre conferma questo auspicio. L’Istat stima infatti che l’indice dei prezzi al consumo sia in calo dello 0,5% “tornando a livelli prossimi a quelli di febbraio 2021”, spinto in particolare dai prezzi dell’energia. Meno evidente la frenata di alimentari e altri beni di largo consumo con il carrello della spesa in crescita del 5,4%. Un andamento che spinge le associazioni dei consumatori a ribadire l’inefficacia del cosiddetto paniere tricolore e del trimestre anti-inflazione. “Un flop che non ha prodotto effetti tangibili con i consumatori che ne pagano il prezzo a pochi giorni dal Natale“, denuncia il Codacons.

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