Fra le more del decreto Milleproroghe si fissano gli aumenti in relazione all’inflazione prevista
Nel 2024 viaggiare in autostrada costerà di più. Nelle more del decreto Milleproroghe c’è infatti una norma che prevede l’aumento del 2,3% dei pedaggi autostradali nel 2024.
Il decreto Milleproroghe “differisce al 30 marzo 2024 il termine per la presentazione, da parte delle società concessionarie per le quali è intervenuta la scadenza del periodo regolatorio quinquennale, delle proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) predisposti in conformità alle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti e alle disposizioni emanate dal concedente e proroga, al 31 dicembre 2024, il termine per il perfezionamento dell’aggiornamento dei piani economici finanziari dei concessionari autostradali”.
Arrivano poi le brutte notizie per gli automobilisti. “Nelle more degli aggiornamenti convenzionali, le tariffe autostradali sono incrementate nella misura del 2,3 per cento, corrispondente all’indice d’inflazione (NADEF) per l’anno 2024. Gli adeguamenti rispetto a tali incrementi tariffari, in difetto o in eccesso, sono definiti con l’aggiornamento dei PEF” si legge nel comunicato finale del Cdm.
Le associazioni dei consumatori: “Rincari pedaggi ingiustificati”
“I rincari dei pedaggi autostradali sono del tutto ingiustificati per il Codacons e si aggiungeranno alla lunga lista di aumenti di prezzi e tariffe che interesserà le famiglie nel corso del 2024″. Lo afferma l’associazione dei consumatori, che boccia senza mezzi termini la misura inserita nel decreto Milleproroghe.
“Dopo RC auto, telefonia, alimentari, gli italiani dovranno mettere in conto a partire dal prossimo anno anche i rincari delle autostrade, una ulteriore voce di spesa che inciderà sulle tasche dei consumatori – afferma il presidente Carlo Rienzi -. Con l’aggravante che a pedaggi più salati non corrisponde un miglioramento dei servizi resi agli utenti, come dimostrano i continui disservizi su tutta la rete, i cantieri infiniti, le lunghissime code che imprigionano gli automobilisti”. “Al contrario il costo dei pedaggi, a fronte dei gravi disservizi registrati sulle autostrade nel 2023, sarebbe dovuto scendere come forma di indennizzo in favore degli automobilisti lesi”, conclude Rienzi.
Anche Assoutenti stronca i rincari dei pedaggi autostradali. “Siamo contrari a questa scelta del Governo – afferma l’associazione – di ripetere il solito rito di anno nuovo e aumenta le tariffe ai caselli autostradali che apparentemente finalizzati a finanziare i lavori sulla rete, in realtà contribuiscono ai profitti delle società autostradali come confermano i bilanci degli ultimi 2 anni (solo Aspi oltre 1 miliardo nel 2022, 800 milioni nei primi nove mesi del 2023) tali aumenti vanno negati tanto più in assenza dei piani economico-finanziari come prevede ART”.
“Sia rispettata la delibera dell’Autorità regolatoria dei trasporti – tuona il presidente onorario di Assoutenti, Furio Truzzi – Chiediamo al Parlamento di votare contro e di riportare la logica degli aumenti tariffari in una visibile e concreta maggiore erogazione di servizi e di sicurezza a giustificazione dei maggiori costi sostenuti dagli utenti”. “Siamo contro tali aumenti anche perché in un momento ancora delicato possono contribuire a ulteriori spinte inflazionistiche soprattutto per i beni di largo consumo, visto che l’88% delle merci nel nostro paese viaggia su gomma. Chiediamo al Garante dei prezzi un’analisi immediata e un intervento per scongiurare questo aumento”, conclude Truzzi.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata