Sta per entrare nel vivo la corsa alla presidenza dell'associazione degli industriali
La scelta è fondamentale, perché con un nome debole si rischia di perdere (ancora, è la sottolineatura degli ‘storici’) peso nel dibattito nazionale. I blocchi di partenza per la corsa alla presidenza di Confindustria, che si concluderà a fine maggio, iniziano a riempirsi e intorno si muovono le rappresentanze territoriali che sondano, scrutano, si confrontano sui candidati su cui puntare. I nomi ufficialmente favoriti sono quelli dei vice dell’attuale numero uno di viale dell’Astronomia, Emanuele Orsini, Alberto Marenghi e Giovanni Brugnoli.
Orsini, emiliano ad di Sistem Costruzioni ed ex presidente di Federlegno Arredo, a quanto apprende LaPresse, ieri è stato ospite del consiglio di Confindustria Piemonte, guidata da Marco Gay. Un’occasione di confronto per toccare con mano il sostegno subalpino e che non ha potuto non fotografare l’assenza del numero uno torinese Giorgio Marsiaj. Nulla di casuale, si assicura nei corridoi, visto che nella corsa Torino ha scelto di allearsi con gli industriali di Cuneo a favore di Marenghi.
A cena, Orsini avrebbe confermato l’intenzione di andare avanti e chiesto il sostegno dei piemontesi ricevendo però – viene raccontato – anche molti silenzi. Al suo fianco invece l’Ance regionale e del presidente Gay, con cui aveva avuto un lungo colloquio. Del resto il torinese vedrebbe bene un ruolo da vice a viale dell’Astronomia, preludio a una possibile corsa presidenziale per il 2028. E il sostegno a Orsini sembra garantire maggiori probabilità di successo di una possibile sfida per la presidenza torinese, dove lo scenario del post Marsiaj è assolutamente nebuloso. La prossima settimana i presidenti delle associazioni piemontesi incontreranno anche il lombardo Brugnoli, che gode dell’appoggio dell’associazione di Varese – la sua città – e del Past President nazionale Giorgio Fossa.
Marenghi, mantovano, starebbe consolidando il consenso nel centrosud, ma anche tra i colleghi lombardi e veneti. E per questo sarebbe sempre tentato ad andare avanti anche in caso di candidatura di Edoardo Garrone, con cui condivide lo ‘sponsor’ Emma Marcegaglia, che lo aveva considerato in partenza una sorta di piano B in caso di fallimento della campagna del genovese. Garrone del resto ha il problema di essere il presidente del Sole24Ore, oltre che di Erg, creando una questione di incompatibilità con la guida di Confindustria: un problema che si porrà poi, mentre proseguono gli incontri, dopo quello con alcuni big milanesi, in tutto il centronord.
Se Orsini, Marenghi e Brugnoli giocano nel campo della piccola e media impresa cui appartengono – e che di fatto compone la maggioranza dell’attuale Confindustria – Garrone gioca invece nel campo dei ‘big’ come l’altro concorrente in campo, il ligure Antonio Gozzi, presidente di Duferco e di Federacciai. L’ispiratore della sua candidatura sarebbe il napoletano past president Antonio D’Amato, che porta con sé gli imprenditori partenopei – e molti altri campani. Ma con la squadra Gozzi ci sarebbero anche Brescia e Bergamo.
Di fatto per ora si tratta di mosse di avvicinamento: nei prossimi giorni il consiglio etico di viale dell’Astronomia e i past president predisporranno una rosa da 6 a 9 nominativi per il sorteggio dei tre saggi, che avverrà al Consiglio generale del 1 febbraio. Entro una settimana da quella data i saggi si insedieranno e nei sette giorni successivi ci saranno le candidature ufficiali, che dovranno essere sostenute da almeno il 10% dei voti assembleari o dei componenti del Consiglio Generale, accompagnate dal curriculum vitae.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata