Circa il 60% degli utenti ha già scelto il mercato libero dell’Energia elettrica. Al restante 40% (9 milioni), occorre sottrarre gli utenti cosiddetti vulnerabili (4,5 milioni, 20%), quindi si ragiona per il 20% (sempre 4,5 milioni) di utenti che, entro tre anni dal 1° luglio, dovranno passare al mercato libero della luce.
Le aste per l’assegnazione degli utenti che non sono passati entro fine 2023 al mercato libero si sono svolte lo scorso 10 gennaio, per il passaggio a un mercato di tutele graduali sotto il controllo dell’Autorità per l’Energia, Arera.
Se non ci saranno ricorsi e cambi al decreto Energia (in fase di conversione in Parlamento), i primi effetti si noteranno nelle bollette che arriveranno tra fine agosto e inizio settembre: gli utenti sapranno a quale operatore sono stati trasferiti e quanto spenderanno – con prezzo variabile – per i successivi 33 mesi.
In questo periodo gli operatori assegnatari (soprattutto, ma non solo) continueranno a proporre offerte del mercato libero; faranno pubblicità più o meno “tradizionale”, senza escludere forme di marketing aggressivo e intrusivo.
Se non si hanno le idee precise, consiglia l’associazione consumatori Aduc, converrà restare nel mercato a tutele graduali e, per la scelta del futuro operatore, verificare se quello assegnato ha un servizio di qualità (precisione, chiarezza, assistenza, disponibilità, solidità e capacità commerciale e finanziaria).
Un parametro di valutazione per confermare l’operatore in essere o scegliere il nuovo, suggerisce sempre Aduc, potrebbe essere se vengano applicate o meno le penali di trasferimento ad altro operatore (introdotte di recente); questo vale anche nel caso in cui un operatore, per conquistare un nuovo cliente proponga di accollarsi le spese di questa penale e lui non la preveda.