Lo si legge nel rapporto presentato a Davos. Il 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita
La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita. Lo si legge nel rapporto Oxfam presentato a Davos.
Se la ricchezza dei 5 miliardari più ricchi continuasse a crescere allo stesso ritmo osservato nel corso degli ultimi cinque anni, entro un decennio avremmo il primo trilionario della storia dell’umanità. Ai ritmi attuali, ci vorrebbero invece più di due secoli (230 anni) per portare l’incidenza della povertà globale sotto l’1%.
In Italia, a fine 2022, l’1% più ricco era titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione, la cui quota di ricchezza nazionale si è dimezzata in un anno.
In Italia crescono fragilità e povertà assoluta
Il lascito delle crisi è riflesso nell’aumento delle persone in condizione di fragilità. Il fenomeno della povertà assoluta mostra in Italia una diffusione sempre più ampia, l’aumento della sua incidenza nel biennio 2021-22 è attribuibile in larga parte, e malgrado il buon andamento dell’economia italiana nel 2022, all’impennata dell’inflazione e ai suoi impatti più incisivi sulle famiglie che hanno minore capacità di spesa e non possono fare affidamento sui propri risparmi.
Una dinamica destinata ad aggravarsi in virtù del rallentamento dell’economia nazionale nel 2023, della riduzione delle misure compensative contro il caro-vita e della portata degli strumenti che hanno sostituito il reddito di cittadinanza (RDC).
Nonostante alcuni segnali positivi nel 2023, come il tasso di occupazione record al 61,3%, restano irrisolte questioni di carattere strutturale come la perdurante stagnazione salariale e la contenuta produttività del lavoro, la bassa qualità lavorativa di giovani e donne e il diffuso ricorso a forme di lavoro atipico che determina marcate disuguaglianze retributive e amplia le fila dei lavoratori poveri (ben 1 lavoratore su 8).
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