Con la nomina e l'insediamento dei saggi, prevista per giovedì, parte la corsa alla presidenza

Con la nomina e l’insediamento dei saggi, prevista per questo giovedì 1 febbraio, parte ufficialmente la corsa alla presidenza di Confindustria. I saggi saranno chiamati a tracciare l’identikit dei nomi da sottoporre in votazione per il Consiglio generale del prossimo 4 aprile e a questa prima conta potrà partecipare chi ha almeno il 20% del peso assembleare associativo o chi avrà depositato le 19 firme dei membri del consiglio generale: condizioni necessarie per evitare lunghi ricorsi.

E’ verosimile pensare che proveranno quindi a partire in quattro: Emanuele Orsini, Edoardo Garrone, Alberto Marenghi e Antonio Gozzi. Al voto saranno mandati però presumibilmente solo i primi tre che raggiungono almeno uno dei due requisiti, peso associativo o firme sottoscritte. Il candidato da battere, secondo quanto ricostruito da LaPresse, rimane Emanuele Orsini, ex presidente di FederLegno e attuale vice presidente di Confindustria. Orsini si è preparato alla corsa con largo anticipo e, secondo quanto si apprende, avrebbe già con sé 42 firme sottoscritte a suo favore: potrebbe infatti contare sui voti di quasi tutta l’Emilia Romagna, di Veneto Est, di Toscana Centro, di Trentino e Confindustria Udine. Dalla sua parte ci sarebbero anche le grandi aziende statali e multinazionali associate a Confindustria, ben oltre quindi il 20% del peso associativo. L’accesso al voto per il consiglio generale appare quindi assicurato.

Ben piazzato sembra anche un big come Edoardo Garrone, presidente di Erg e di Sole 24ore (carica da cui è pronto a dimettersi per incompatibilità effettiva) la cui candidatura è stata decisa dalla potente Assolombarda in accordo con l’Unione Industriale di Torino. Registi dell’operazione, da quanto risulta a LaPresse, Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, Marco Gay presidente di Confindustria Piemonte e soprattutto Antonio Calabrò che dell’Unione Industriale di Torino è vice presidente in carica e allo stesso tempo è anche membro della stessa Assolombarda in quanto presidente della medesima Fondazione. La sua candidatura appare solida anche perché il presidente di Assolombarda sembra già aver raccolto le firme per la candidatura di Garrone: l’appoggio si consumerà ufficialmente, secondo indiscrezioni, già nelle ore subito dopo l’insediamento dei saggi.

Condizioni che sembrano quindi garantire una dignitosa partenza con poco meno del 20% di peso associativo e circa 28 firme. L’ accesso al voto per il consiglio generale sembra così assicurato anche per lui.Il terzo candidato è Alberto Mareghi, proprietario di Cartiera mantovana, che in questi giorni visita le singole associazioni territoriali puntando sul suo programma e su consensi che sembrano in crescita. Anche Marenghi dovrebbe già aver ormai superato le 19 firme a suo favore e un buon 10% di peso associativo. Ulteriore sostegno all’ex presidente di Confindustria Mantova potrebbe arrivare da alcuni past president che lo vedono come la soluzione tra i due “litiganti”, Orsini e Garrone. Anche per lui l’accesso al voto per il consiglio generale appare assicurato.

In salita invece la candidatura di Antonio Gozzi, presidente di Duferco e numero Uno di Federacciai. Gozzi appare determinato ad andare avanti ma sembra al di sotto sia del numero di firme minime necessarie sia del peso associativo. In caso di alleanze in ottimi rapporti con Gozzi e con D’Amato sarebbe Marenghi ma non si può nemmeno escludere che nella sfida Davide contro Golia siano i piccoli ad allearsi e far prevalere uno tra Orsini e Marenghi il 4 aprile nel giorno in cui il Consiglio generale composto da 182 imprenditori voterà il leader prescelto che si insedierà poi dopo il voto finale dell’assemblea il 23 maggio.

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