Un mese intero di cassa integrazione a marzo per i lavoratori di Mirafiori (della linea Maserati e 500 BEV): questa la comunicazione giunta in mattinata da parte di Stellantis ai sindacati nel corso di una convocazione da parte dell’azienda. Il segretario territoriale Fismic Confsal di Torino, Sara Rinaudo, commenta: “La notizia odierna della CIG per un mese intero, che interesserà i lavoratori di Mirafiori, è un segnale della continuazione del periodo di sofferenza per Mirafiori. Noi siamo ben consapevoli del piano strategico in corso di Stellantis, che ha sempre affermato di puntare su Mirafiori, ma constatiamo con dispiacere il periodo di difficoltà che sta affrontando il sito in questo momento, in particolare la Carrozzeria; difficoltà che noi cercheremo di gestire al meglio per attutire al massimo le ricadute sui lavoratori e sui loro salari. Auspichiamo che l’intervento del governo, con il nuovo piano incentivi, coadiuvi la ripresa del mercato. Urge accelerare l’azione del governo, e serve una collaborazione in sinergia con la Regione, per tutelare il territorio”.
“Se ci sarà un impegno del governo diretto in Stellantis? Non so cosa si intende esattamente. Quello che io ho detto in Parlamento è quello che ribadisco. Chiaramente noi siamo interessati ad ogni forma di investimento che può produrre posti di lavoro. Siamo molto attenti al campo dell’automotive, il rapporto deve essere equilibrato”, ha affermato Giorgia Meloni in un punto stampa al termine del bilaterale a Tokyo col primo ministro giapponese Fumio Kishida. “Ho letto alcune dichiarazioni, per esempio di Tavares, sugli incentivi e devo dire la verità: non ho trovato questa intervista, e mi sarebbe sembrato un po’ curioso perché penso che l’amministratore delegato di una grande società sappia che gli incentivi di un governo non possono essere rivolti a un’azienda nello specifico. E penso che si sappia anche che noi abbiamo appena investito un miliardo di euro circa sugli ecoincentivi. Quindi quello che ho letto mi è parso abbastanza bizzarro. Dopodiché noi siamo sempre disponibili e aperti per tutto quello che può produrre in Italia posto di lavoro, chiaramente se invece si ritiene che produrre in altre nazioni, dove c’è un costo di produzione inferiore, sia meglio non posso dire niente, però non mi si dica che l’auto che viene prodotta è italiana, e non la si venda come italiana”, ha aggiunto la premier.