Enel, 8 marzo sciopero nazionale. Schlein: “Chiama in causa anche governo”

A Milano presidio in via Carducci

Piano industriale inadeguato, carenza di investimenti in energie rinnovabili, esternalizzazioni che penalizzano il servizio e le condizioni di lavoro. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil a proclamare lo sciopero nazionale di lavoratrici e lavoratori di Enel, l’azienda italiana dell’energia elettrica che, a detta dei sindacati, riduce il costo del lavoro e appalta i servizi a discapito di cittadini e addetti ai lavori. A Milano i dipendenti sono circa 1.800, in Lombardia 3.200 su un totale di 30mila dipendenti a livello nazionale.

A Milano presidio in via Carducci

Venerdì 8 marzo a Milano, in concomitanza con lo sciopero, è convocato un presidio regionale alle ore 9.30, in piazzale Cadorna angolo via Carducci, accanto alla sede Enel. Al centro della vertenza i seguenti punti: esternalizzazioni, turni, carenza reperibilità nell’area distribuzione; carenza di investimenti in energia rinnovabile; Generazione Termica, abbandono dei siti esistenti; Mercato ed Enel X, nessuna visione di sviluppo e abbandono dei perimetri di business; ridimensionamenti, assenza nella manutenzione delle sedi, taglio a un accordo storico sullo Smart Working nelle aree di staff. 

Nelle Marche sciopero per mille lavoratori

Nelle Marche, la vertenza interessa circa 1.000 lavoratori, che garantiscono il servizio elettrico ad imprese e cittadini del nostro territorio”, fanno sapere i sindacati marchigiani. Enel vorrebbe – ricordano i sindacati -, “esternalizzare la maggior parte delle attività dell’area distribuzione, quali manovre di esercizio sulla rete elettrica di media tensione, con gravi rischi per la sicurezza dei lavoratori; un organico che non consenta il rispetto della turnazione della reperibilità con carichi di lavoro insostenibili e difficoltà a raggiungere gli obiettivi affidati dal Pnrr ad Enel. Nelle Marche, negli ultimi 10 anni si è perso il 40% della forza lavoro“. E ancora, “ridurre gli investimenti sulle energie rinnovabili e sui siti produttivi oggi esistenti per una loro riconversione. Nelle Marche questa politica significa mettere a rischio la funzionalità degli impianti esistenti già a regimi minimi per scarsa manutenzione”; e poi, “vorrebbe modificare unilateralmente il regime degli orari, ridurre i costi del personale, con conseguente gravi difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nell’operatività quotidiana e ancora tagli indiscriminati al costo del personale“; infine, “la revoca dell’accordo collettivo sullo smart working, nonostante questo abbia portato negli ultimi anni un incremento di produttività”.

Schlein: “Sciopero chiama in causa anche governo, giuste le ragioni”

“Lo sciopero dei lavoratori elettrici dell’Enel chiama in causa non solo l’azienda ma anche il Governo. I lavoratori, le lavoratrici e i sindacati hanno ragione a protestare contro la razionalizzazione degli investimenti in uno scenario di enormi possibilità di sviluppo per le aziende elettriche e contro una politica che mira principalmente a una riduzione dei costi, con gravi ricadute sui livelli di qualità e sicurezza e soprattutto sull’occupazione. Enel deve continuare a essere protagonista della grande sfida di una transizione energetica giusta, investendo sulla dimensione industriale e non su una finanziarizzazione che rischia di dissipare un grande patrimonio di competenze e un volano di crescita sostenibile essenziale per il nostro Paese”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.