Scadeva il 31 marzo ma poiché era Pasqua, la scadenza è stata prorogata al 2 aprile

Scade oggi il termine per fare domanda per il bonus per i genitori separati. Le domande per ottenere il nuovo bonus per genitori separati, divorziati e/o non conviventi possono essere presentate entro e non oltre il 2 aprile 2024, poiché il termine del 31 marzo previsto dal messaggio 9 febbraio 2024, n. 614 cade in giorno festivo. Lo ha confermato l’Inps.

La misura è finalizzata a garantire un contributo ai genitori in stato di bisogno, ossia con un reddito non superiore a 8.174 euro, che nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 risultavano conviventi con figli minori o maggiorenni portatori di handicap grave e che, nel medesimo periodo, non abbiano ricevuto l’assegno di mantenimento per inadempienza dell’altro genitore (ex coniuge o ex convivente).

Il bonus spetta laddove l’altro genitore – spiega l’Inps – in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, abbia cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa a decorrere dall’8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni oppure abbia subito una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto al reddito percepito nel 2019.

La domanda per ottenere il beneficio dovrà essere presentata all’INPS entro il 2 aprile 2024, previa autenticazione al portale dell’Istituto, attraverso il servizio “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”, disponibile nella sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Successivamente le istanze presentate saranno trasmesse al Dipartimento per le politiche della famiglia per lo svolgimento delle istruttorie.

Il bonus genitori separatidivorziati e/o non conviventi è corrisposto in un’unica soluzione in misura pari all’importo non versato dell’assegno di mantenimento e fino a concorrenza di 800 euro mensili. Il contributo spetta per un massimo di 12 mensilità tenuto conto delle disponibilità del fondo che ammonta a 10 milioni di euro. Il beneficio sarà erogato da INPS previa verifica dei requisiti di legge a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia.

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