Case green, Salvini: “Giorgetti ha fatto bene a chiedere ‘chi paga?'”

Il vicepremier: "Colpo di coda di una Commissione con idee confuse"

Matteo Salvini duro contro la direttiva ‘case green’, da poco diventata legge. “E’ la casa black, è una tassa. L’ennesima eurotassa, non c’è bisogno di ritassare la casa, noi come ministero stiamo cercando di stimare il costo, leggevo oggi su alcuni giornali che si va da un minimo di 30 mila a un massimo di 80 mila euro per 5 milioni di famiglie nei prossimi anni. Ha fatto bene il ministro Giorgetti – e lo dico a nome del governo, ma lo dico anche a nome della Lega, visto che è vice segretario della Lega e in totale sintonia con il segretario – a chiedere ‘chi paga?'”, ha detto il vicepremier e ministro alle Infrastrutture e Trasporti alla conferenza stampa finale della tre giorni del G7 Trasporti svoltasi a Milano. 

L’obiettivo del provvedimento è quello di migliorare l’efficienza energetica degli edifici più inquinanti, quelli messi peggio in termini di isolamento, che i 27 Paesi dovranno individuare nei loro piani. Gli Stati Membri avranno due anni di tempo per recepire la normativa. 

Salvini: “Colpo di coda di una Commissione con idee confuse”

“Tutto bello: cambia la moto, cambia la macchina, il furgone, il camion la caldaia, i serramenti, il tetto, ma chi paga? Penso sia un colpo di coda di una Commissione con le idee confuse“, ha aggiunto Salvini. “Noi come governo, abbiamo un approccio totalmente diverso: all’eurotassa sulla casa; stiamo rispondendo e lo stiamo definendo, e conto arrivi nei prossimi giorni in Cdm, un piano salva casa che fa l’esatto contrario, che tende a sanare, regolare, liberare tutto quello che è all’interno degli immobili”. “Un salva casa che sani alcuni milioni di pratiche che stanno intasando gli uffici comunali per tutte le piccole difformità interne. Non la villa abusiva, ma milioni di camerette, antibagno, la porta, il muro in cartongesso e tutto quello che c’è all’interno della casa, che magari hai ereditato da 30 o 40 anni e ti impedisce di mettere sul mercato la tua abitazione. Un principio esattamente opposto a quello arrivato da Bruxelles”.