Il dg Bianchi duro sull'autonomia: "Rischio enorme, prospettiva pessima per Meridione"
Nel 2023 il Pil nel Mezzogiorno (+1,3%) cresce oltre la media nazionale (+0,9%) con il contributo degli investimenti pubblici. Il Sud non cresceva più del resto del Paese dal 2015 (+1,4% contro il +0,6% del Centro-Nord). Al Nord rallenta la crescita per la frenata dell’industria (+1% Nord-ovest, +0,9% Nord-est). Il Centro resta indietro (+0,4%). È quanto riferisce lo Svimez che stima una crescita del Pil dell’Italia del +0,9% nel 2023, in decelerazione rispetto al +4% del 2002, ma comunque al di sopra della media Ue (+0,4%).
La dinamica del prodotto, viene osservato, è stata eterogenea tra macro-aree e regioni italiane. Altrettanto favorevole al Sud, viene riferito, si è mostrata la dinamica occupazionale. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%.
Pil, Meloni: “Sud cresce con politiche attive e meno assistenzialismo”
“Abbiamo scelto fin dal primo momento di impegnarci per un’Italia più forte e più giusta, assicurando più autonomia, più coesione e più sussidiarietà, che rappresentano i cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata, ossia l’esatto contrario delle logiche del passato incentrate su politiche meramente assistenziali, soprattutto nel Mezzogiorno. A queste logiche, che non ci appartengono, con estrema chiarezza verso tutti gli italiani, abbiamo risposto con la programmazione di politiche attive per l’occupazione e per lo sviluppo economico delle regioni del Sud”. Così sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta i dati Svimez sul Pil al Sud, che cresce più della media nazionale.
“Abbiamo smentito gli scettici – afferma Meloni – dando all’Italia un nuovo PNRR, che ci vede al primo posto per avanzamento finanziario ed obiettivi raggiunti, abbiamo riformato le politiche di coesione, istituito la nuova Governance del PNRR e la ZES unica del Mezzogiorno, nella consapevolezza della voglia di riscatto culturale ed imprenditoriale del sistema produttivo del sud e dell’esigenza di promuovere occupazione stabile, per colmare concretamente i divari strutturali con il resto del Paese”.
Il dg Bianchi duro sull’autonomia: “Rischio enorme, prospettiva pessima per Meridione”
L’autonomia differenziata “è un rischio enorme, una prospettiva che non solo è pessima per il Sud ma indebolirà la capacità competitiva del Paese”. Lo dice a LaPresse Luca Bianchi, direttore generale della Svimez, in merito all’approvazione alla Camera del ddl sull’Autonomia differenziata. “Con l’autonomia differenziata probabilmente non avremmo avuto una crescita così sostenuta”, aggiunge Bianchi in riferimento al report pubblicato da Svimez oggi, che evidenzia una crescita del Mezzogiorno nel 2023 oltre la media nazionale.
“Il Sud – spiega – ha bisogno di investimenti e di una politica coordinata a livello nazionale, se non addirittura a livello europeo come per il Pnrr. L’autonomia è un modello opposto di frantumazione di politiche” e “porterà un progressivo disinvestimento nelle regioni del Mezzogiorno, deprivando dal potenziale di crescita il Sud e aumentando la dipendenza dell’economica del Nord dalla Germania”. Si tratta “di un modello contrapposto a quello di coordinamento”, un modello di “frammentazione”, rimarca.
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