La fiducia di famiglie e imprese non si traduce in una spinta a crescita e consumi

Crescita lenta, rischi globali sempre presenti e fiducia di famiglie e imprese che non si traduce in una spinta a crescita e consumi. Bankitalia, Confindustria, Confcommercio, ciascuno dal suo punto di osservazione, mettono in fila le cautele con cui istituzioni e imprese guardano al futuro. Nel giro di poche ore tre tra i principali protagonisti economici del Paese snocciolano cifre e osservazioni che restituiscono un quadro in chiaroscuro. Il file rouge è una crescita che resta ancora incerta e sottoposta a incognite tutt’altro che superate.

Scrive Bankitalia nel suo bollettino economico diffuso oggi: “Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest’anno, il PIL in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera”. Una crescita, osserva via Nazionale” sostenuta ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l’attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all’ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti”. In questo quadro le aspettative sono modeste. “Il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026”, mette nero su bianco Via Nazionale. Un andamento su cui pesano incognite e incertezze. “L’eventuale aggravamento dei conflitti in corso rappresenta ancora il principale rischio al ribasso per la crescita globale”, sottolinea Bankitalia.

Una radiografia sull’andamento economico lo mette a punto anche il Centro Studi di Confindustria nella sua congiuntura flash di luglio in cui osserva: “Nel secondo trimestre 2024 i servizi hanno frenato pur restando in crescita, l’industria prosegue in calo (nonostante il recupero di maggio). Buoni segnali invece per i consumi con investimenti ed export che tengono ma non trascinano. E il timido taglio BCE ancora non si legge nei tassi per famiglie e imprese con l’inflazione ancora alta in Eurozona e USA che rallenta la discesa dei tassi“.

Confcommercio parla invece di quadro in chiaroscuro che dopo un secondo trimestre “per niente brillante”, vede una stima previsionale al rialzo. Tre gli elementi alla base di questa revisione al rialzo: i consumi, trainati dalle immatricolazioni di auto a privati nel mese di giugno, il buon andamento congiunturale della produzione industriale a maggio (+0,5%) e, sempre per il mese di maggio, una valutazione favorevole delle presenze turistiche sul territorio italiano. 

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