Uritaxi: "Senza licenze ma istituzioni le tollerano"

In questi giorni d’estate e di grande turismo le strade del centro storico di Roma sono state letteralmente invase dai cosiddetti ‘golf cart’, piccoli veicoli elettrici utilizzati principalmente nei campi da golf ma che ora hanno trovato un nuovo utilizzo: hotel e tour operator li utilizzano per portare in giro i tanti visitatori della Capitale. Ma questi veicoli pongono problemi sia dal punto di vista delle licenze che, soprattutto, da quello della sicurezza. Secondo Eugenio Patanè, assessore alla mobilità del Comune di Roma, infatti, sono un fattore “preoccupante” le “condizioni di sicurezza stradale” relative a questo tipo di veicoli, il cui uso non è illegale né entra in conflitto con taxi e Ncc ma può essere critico per quanto riguarda la tutela degli utenti. “Quelle sono macchine omologate – evidenzia a LaPresse – e quindi il problema non è del Comune ma della normativa complessiva. Va rivisto l’articolo 85 del Codice della Strada e il decreto ministeriale, e quei mezzi vanno equipaggiati con maggiori dotazioni”, considerando che mediamente si muovono “in una situazione di congestione stradale“. Quindi “quello che dobbiamo chiedere come Comune è che ci sia una regolamentazione nazionale più stringente che tuteli maggiormente la sicurezza”, ribadisce. In ogni caso, i golf cart “sono uno strumento turistico, non attengono al trasporto pubblico e quindi non rientrano nella legislazione del trasporto di linea né in quello non di linea, ma in quella nazionale derivante dal codice strada e dal decreto del Mit del 1994 così come interpretato da alcune sentenze del Consiglio di Stato. Questa normativa consente a enti pubblici, imprenditori e collettività di svolgere un servizio di trasporto di persone per il soddisfacimento delle necessità attinenti alle loro attività principali”, chiarisce Patanè. Tradotto: “Alberghi o agenzie viaggio possono organizzare questo tipo di servizio per i propri clienti e i Comuni non possono vietarlo. L’unico limite stabilito è che l’immatricolazione ad uso proprio di questo mezzi sia vincolato alla preventiva conoscenza degli utenti da trasportare” facendo sì che non si possa svolgere con una clientela “indifferenziata” né che alberghi e tour operator possano avvalersi di un terzo a cui appaltare il servizio. Per questo, secondo Patanè, “non è in conflitto con l’attività dei tassisti. Le Golf Cart non possono prendere un cliente e portarlo dal punto A al punto B ma possono prendere solo i propri clienti e fargli fare dei giri turistici”, entrando in competizione più con il business dei Risciò e degli Open Bus

UriTaxi: “golf cart senza licenze ma istituzioni le tollerano”

Una spiegazione, questa, che però non convince Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi, sindacato nazionale dei tassisti. I golf cart “non potrebbero essere mezzi di trasporto pubblico, non hanno né licenza né autorizzazione, non sono mezzi omologati e non hanno i requisiti che richiede la normativa italiana”, dice Bittarelli a LaPresse. “È passata un’interpretazione di alcuni passaggi del Codice della Strada e di alcune circolari del Mit per cui si sostiene che gli alberghi possano utilizzarle per offrire un servizio ai propri clienti. È una forzatura ma evidentemente c’è una forma di tolleranza da parte delle istituzioni a queste nuove forme di abusivismo velato che prolifera”, chiosa Bittarelli. Che con Patanè condivide le preoccupazioni sulla sicurezza: “Non si capisce come sono immatricolate, non hanno le cinture di sicurezza e non si sa quali massimali di assicurazione abbiano”, elenca il presidente di Uritaxi ricordando che le auto bianche o a noleggio hanno “un massimale minimo pari a 10 milioni di euro. Si tratta pur sempre – osserva in conclusione – di persone che si muovono su un mezzo che deve avere dei requisiti di sicurezza con una persona con dei titoli per farlo, sennò tutti fanno tutto”.

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