Le linee guida della Commissione inviate agli Stati membri

I piani di medio termine previsti dal nuovo Patto di stabilità devono basarsi su stime macroeconomiche “prudenti” su crescita del Pil, inflazione, tassi di interesse. La raccomandazione arriva dalla commissione Ue che ha diramato una serie di linee guida indirizzate agli Stati membri, per la redazione dei propri piani, che dovranno essere pronti entro il 20 settembre.

Le indicazioni di Bruxelles sono ancora più importanti per Roma, alle prese con la procedura per deficit eccessivo avviata a giugno, che prevede una correzione dei conti secondo una traiettoria di riferimento su cui è in corso un dialogo tecnico tra Mef e uffici e Ue e che prevede un aggiustamento di almeno lo 0,6% del Pil l’anno. Se l’ammontare esatto dello sforzo richiesto non è stato reso noto, il confronto con la Commissione è in corso anche sulla durata del piano: l’Italia punta all’estensione della durata della correzione dei conti a 7 anni, a fronte di impegni precisi su investimenti e riforme.

Manovra, Giorgetti e la coperta corta

Di certo un bel rompicapo per il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, alle prese con una coperta corta, anzi cortissima, stretti tra la correzione dei conti e gli impegni ‘politici’ assunti dalla maggioranza per la manovra economica – in primis, il rinnovo del taglio del cuneo fiscale, su cui lo stesso ministro si è impegnato in prima persona. Sarà l’occasione per testare la nuova Ragioneria dello Stato, dove dopo le dimissioni di Biagio Mazzotta, scivolato verso la presidenza di Fincantieri, dovrebbe arrivare Daria Perrotta, attualmente responsabile dell’ufficio legislativo del Mef. L’avvicendamento, che dovrebbe concretizzarsi con la nomina di Perrotta nel Consiglio dei ministri previsto per mercoledì prossimo, ha mandato su tutte le furie il Pd: “Non vorremmo che fosse il primo passo per una opera di spoils system da parte del governo Meloni -l’attacco – La RGS non è una struttura di staff alle dipendenze del governo ma un pilastro insostituibile del nostro apparato pubblico”.

Chiunque guidi la Ragioneria, dovrà tenere ben chiare le linee guida Ue. “La crescita del Pil reale e nominale dovrebbe riflettere le interazioni tra l’aggiustamento fiscale e la crescita economica e la chiusura degli output gap”, si legge nelle raccomandazioni in cui si avvisa che “in caso di deviazioni dalle ipotesi utilizzate nella traiettoria di riferimento della Commissione, devono essere fornite prove o solide giustificazioni. In particolare, se gli Stati membri utilizzano dati più recenti, o comunque diversi, per fissare le loro ipotesi sui tassi di interesse e sull’inflazione, ciò dovrebbe essere fatto in modo coerente per tutte le variabili del piano”. Anche l’impatto delle riforme strutturali di recente implementazione dovrebbe essere considerato in maniera “prudente” nelle proiezioni di crescita potenziale. I relativi effetti possono richiedere una discussione dettagliata nei piani, in particolare se le previsisioni si discostano significativamente da quelle utilizzate dalla Commissione”. In tal caso “serviranno prove solide e basate su dati concreti per rafforzare la credibilità del piano”.

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