È quanto emerge dalla riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea

“La riunione di settembre è stata ampiamente considerata come un buon momento per rivalutare il livello di restrizione della politica monetaria“. È quanto si evince dai verbali della riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) degli scorsi 17 e 18 luglio. “Tale riunione dovrebbe essere affrontata con una mentalità aperta, il che implica anche che la dipendenza dai dati non equivale a un’eccessiva attenzione a singoli dati specifici. Infine, la politica dovrebbe continuare a basarsi sugli elementi consolidati della funzione di reazione”, si legge ancora. Nella riunione di settembre “Saranno disponibili anche i dati per il secondo trimestre, tra cui crescita del Pil, le retribuzioni per dipendente, margini di profitto e produttività, insieme ad altre due pubblicazioni dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo, nonché indicatori monetari e indicatori soft più tempestivi per l’attività e la fiducia dei consumatori”. 

Inflazione a livelli correnti per il resto dell’anno

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), ha previsto che “l’inflazione avrebbe oscillato intorno ai livelli correnti per il resto dell’anno, in parte a causa di effetti base correlati all’energia. Si è previsto poi che sarebbe scesa verso l’obiettivo nella seconda metà dell’anno prossimo, a causa della crescita più debole dei costi del lavoro, degli effetti della politica monetaria restrittiva e dell’impatto in calo della passata impennata dell’inflazione”. È quanto riportato dai verbali della riunione del Consiglio direttivo della Bce degli scorsi 17 e 18 luglio. “Le misure delle aspettative di inflazione a lungo termine sono rimaste ampiamente stabili, con la maggior parte che si è attestata intorno al 2%”, si legge ancora nei verbali.

Tajani: “Bce prenda coraggio e tagli tassi in maniera drastica”

“Il debito pubblico si riduce anche con un incremento dell’accesso al credito per quanto riguarda le imprese e le famiglie, vale a dire attraverso una riduzione dei tassi di interesse. È tempo che la Banca centrale europea prenda coraggio e tagli il costo del denaro, visto anche il rischio recessione in Germania, in maniera consistente. Non basta lo 0,25 ogni volta, quindi bisogna intervenire a mio giudizio in maniera drastica. Certo, la Bce è libera di fare ciò che ritiene, ma anche un politico è libero di dare delle idee e dei suggerimenti su questo argomento”. Lo ha detto il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine della visita al Meeting di Rimini. 

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