“Grazie a una politica economica coerente e continua condotta negli ultimi sette anni, la Francia è, nel 2023 e per il quinto anno consecutivo, il leader europeo per gli investimenti esteri, davanti al Regno Unito e alla Germania. Ospita un progetto di investimento estero su cinque in Europa”. Lo ha evidenziato, in un’intervista al giornale online Relazioni internazionali di Tribuna Politica ed Economica, Laurent Saint Martin, Direttore Generale di Business France, l’agenzia parte della Missione diplomatica dell’Ambasciata di Francia in Italia, al servizio dell’internazionalizzazione dell’economia francese. Rispetto alla possibilità che il nuovo equilibrio politico in Francia possa portare cambiamenti nel mondo imprenditoriale, Saint Martin è abbastanza ‘scettico’: “È difficile esprimersi con certezza mentre ancora non emerge una maggioranza politica e il nuovo governo non è stato formato” ma in ogni caso “sembra poco probabile che assisteremo a cambiamenti significativi nel mondo delle imprese”.
Tra i centri nevralgici di investimento, c’è proprio l’Italia: “I due paesi hanno dato vita a grandi gruppi, come StMicroelectronics, Fincantieri, Luxottica-Essilor e Stellantis, la cui dimensione contribuisce all’ottimizzazione ecologica delle catene di approvvigionamento. Numerosi altri investimenti da un paese all’altro favoriscono la decarbonizzazione di queste catene, inclusi i processi di produzione e distribuzione”, continua il Dg, portando sue esempi: “Un gruppo italiano del lusso ha approfittato dell’acquisizione di un marchio francese di pelletteria per ottimizzare la sua supply-chain, fino ad allora dispersa nel mondo e in particolare nel Sud-est asiatico. Utilizzando il know-how dei subfornitori italiani del settore della pelle, il marchio francese ha potuto meglio garantire i suoi approvvigionamenti e ridurre il suo impatto ambientale”. Al contrario, “una giovane impresa francese di subfornitura si è specializzata nella produzione in media e grande serie di pezzi meccanici di alta precisione per permettere agli industriali francesi di liberarsi dagli imprevisti di una produzione asiatica. Oggi, partecipando al programma Grow Global di Business France sul mercato italiano, essa non solo offrirà questa soluzione di prossimità ai committenti italiani, ma creerà anche una rete di subfornitori franco-italiani che potranno offrire una gamma più ampia di produzioni su misura agli industriali europei”.
L’attrattività record della Francia “è stata costruita nel lungo periodo. È il risultato di numerose riforme, tra cui la riduzione dell’imposta sulle società, la flessibilità del mercato del lavoro e la semplificazione della vita delle imprese. Queste riforme, che ora stanno dando i loro frutti a beneficio di tutti, nessuno ha interesse a metterle in discussione. Tanto più che tutti sanno quanto gli imprenditori e gli investitori, sia francesi che stranieri, siano attenti alla prevedibilità e alla continuità delle politiche pubbliche”, spiega il Dg. E aggiunge “Per preservare la fiducia, consolidare i nostri successi e ottenerne altri, bisogna dimostrare costanza. Questa è una condizione sine qua non per mantenere il nostro dinamismo imprenditoriale e la nostra attrattività”.
Ed è proprio sull’attrattività che il Paese sembra intenzionato a lavorare, ospitando eventi di capitale importanza, a partire dalle Olimpiadi di Parigi 2024, che hanno generato un impatto pari a “circa 9 miliardi di euro, di cui meno di due miliardi di fondi pubblici, sono stati investiti nell’economia per finanziare l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Quasi 120.000 lavoratori sono stati mobilitati. Secondo gli studi, le ricadute economiche potrebbero raggiungere tra i 2 e i 3 miliardi di euro, metà dei quali deriverebbe dalle spese effettuate dai turisti stranieri attesi per l’evento, oltre un milione. Diversi settori trarranno particolare beneficio dai Giochi: la costruzione per la realizzazioni delle opere olimpiche, i trasporti, l’ospitalità e la ristorazione, le bevande e gli alcolici, l’industria degli eventi e i media”. I Giochi quindi, secondo il Dg di Business France, “rappresentano un notevole impulso per l’attività economica. Tuttavia, considerando la dimensione dell’economia francese – 2.800 miliardi di euro di Pil nel 2023 -, l’impatto globale sarà necessariamente limitato, circa lo 0,4% del Pil. La competizione non cambierà quindi la traiettoria dell’economia francese per l’intero anno 2024. Non dimentichiamo, tuttavia, l’effetto leva che i Giochi Olimpici esercitano sull’attrattività e l’immagine del paese”, ribadisce, evidenziando che seppur questo aspetto sia “impossibile da quantificare” è “importante e duraturo”.
E le previsioni in un arco temporale a medio termine invece? Le aziende sono “preoccupate dalle tensioni geopolitiche” ma “quasi tre quarti delle imprese francesi sono fiduciose nelle loro prospettive per i prossimi dodici mesi, secondo un recente barometro di OpinionWay”, afferma Saint Martin, assicurando che l’ottimismo del mondo imprenditoriale “è alimentato da un ambiente imprenditoriale favorevole. Nell’ultimo anno, nella classifica del Global Entrepreneurship Monitor 2023/2024, il nostro paese è salito al 12° posto tra i paesi più ricchi in termini di contesto nazionale imprenditoriale, classificandosi al primo posto tra i paesi del G7. La Francia si distingue in Europa per la promozione e il sostegno all’imprenditorialità e per l’accesso ai finanziamenti. Il suo dinamismo imprenditoriale manifesta la fiducia dei suoi attori riguardo alle opportunità di business future, in Francia e nel mondo”.
In quest’ottica, Saint Martin torna a parlare anche di “France 2030” che affronta i tre grandi temi del paese: la decarbonizzazione, l’innovazione e la reindustrializzazione. “Due anni dopo il suo lancio, il bilancio di France 2030 è positivo. Sono stati impegnati oltre 30 miliardi di euro. A fine 2023, si contavano 4.370 progetti supportati, 2.000 brevetti depositati, 40.000 posti di lavoro diretti creati o mantenuti e 4 gigafactories di batterie pianificate. Per quanto riguarda la decarbonizzazione, i progetti sostenuti sviluppano le energie rinnovabili, l’efficienza energetica degli edifici e la mobilità sostenibile. Nell’innovazione, i finanziamenti per la R&S sono stati rafforzati, in particolare nei settori della salute, delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. Sono stati creati fondi per sostenere le startup e le Pmi innovative, con un focus sulle deep tech e le tecnologie emergenti. Infine, sono state lanciate iniziative per accelerare la trasformazione digitale delle imprese francesi. Per quanto riguarda la reindustrializzazione, sono stati fatti sforzi per rilocalizzare le industrie strategiche in Francia. Gli investimenti modernizzano le installazioni industriali esistenti con tecnologie avanzate (robotica, automazione e IoT) e le formazioni migliorano le competenze nell’industria per rispondere alle sfide delle nuove tecnologie e al loro impatto sui processi produttivi”.