Contatti tra esecutivo italiano ed europeo dopo l'apertura della procedura di infrazione

Continua il dialogo tra il governo italiano e la Commissione Europea sulla questione dei balneari, dopo l’apertura di una procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia per la proroga a fine 2025 delle concessioni demaniali marittime in essere, che invece secondo la direttiva Bolkestein dovrebbero essere messe immediatamente a gara. “I servizi della Commissione stanno dialogando con le autorità italiane per trovare una soluzione“, ha riferito a LaPresse un portavoce dell’esecutivo europeo. Nell’ambito della procedura di infrazione, le autorità italiane hanno inviato lo scorso 16 gennaio una risposta al parere motivato della Commissione del 16 novembre 2023: secondo la mappatura delle coste italiane svolta da Palazzo Chigi, solo il 33% dei litorali sarebbe occupato da imprese balneari, allontanando pertanto il principio della “scarsità di risorsa” previsto dalla direttiva Bolkestein per effettuare le gare delle concessioni. Da allora l’Esecutivo Ue è in contatto con il governo per trovare una via d’uscita.

Magi (+Eu): “Nuove proroghe sarebbero oltraggio al pudore”

Dalle opposizioni, intanto, continua a essere ferma la contrarietà ad eventuali proroghe disposte dal governo o a nuove gare aperte solo per le spiagge libere non ancora utilizzate. “Se davvero Meloni sta pensando a nuove proroghe delle concessioni Balneari e a gare riservate solo per le poche spiagge libere rimaste ancora in Italia sarebbe un vero e proprio oltraggio al pudore, un danno economico all’erario, la solita mancetta per la lobby amica delle destre, nonché il solito atteggiamento da furbetti italioti che provano ad aggirare le regole invece di applicarle come fanno tutti gli altri Paesi. Meloni, Salvini e Santanchè sono senza ritegno; i cosiddetti liberali di Forza Italia che si oppongono alle gare sono invece i servi sciocchi di un governo che fa di tutto per impedire la concorrenza e la libertà economica”, ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi

 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata