Calabria, alla Summer School ‘Si può già fare’ i giovani imprenditori imparano “l’importanza di fallire”

L'evento è in corso a Belvedere Marittimo, nel Cosentino

Seconda sessione mattutina per la Summer School ‘Si può già fare’, il programma estivo organizzato dall’associazione ‘L’Orodicalabria’ al fine di dare nuovi strumenti ai giovani imprenditori calabresi, presso Belvedere Marittimo. Grazie al patrocinio della Regione e quello del Comune ospitante, il supporto di Unindustria e Confartigianato Calabria e il partenariato con l’Università della Calabria, 22 tra ragazze e ragazzi hanno la possibilità di ascoltare l’esempio di importanti personalità del mondo delle istituzioni, dell’università, dell’imprenditoria e della finanza. La seconda giornata ha visto la partecipazione della professoressa Mariacarmela Passarelli, docente dell’UNICAL, che si è focalizzata sul concetto di imprenditore armonico: “Mette al centro la persona”, spiega la professoressa, che punta l’attenzione su tre elementi cardine: rispetto verso se stesso, verso gli altri e verso l’ambiente. In questo senso, secondo Passarelli “la Calabria è una terra armonica” e “una terra di persone resilienti e passionali”. L’altro grande tema emerso dal confronto con gli studenti è quello del fallimento: “Il concetto di fallimento è culturale” e in quanto tale “bisogna partire dal presupposto che più fallisco, più miglioro”. Dello stesso avviso il secondo docente dell’UNICAL presente alla sessione odierna, Massimo Pasturzo, secondo cui: “Per fare innovazione c’è bisogno di tanto lavoro e, soprattutto, c’è bisogno di fallire. Questa è la ricetta: chi lavora tanto, tanti fallimenti, tanti errori, sicuro vincerà”. Un concetto difficile da elaborare e che proprio per questo ha bisogno di eventi come la Summer School per riuscire a sedimentarsi: “Questi eventi sono proprio il luogo dove l’innovazione sboccia”, anche e soprattutto in Calabria, che secondo Pasturzo “non è una terra difficile. È un luogo dove c’è tanta innovazione e soprattutto ci sono tanti giovani vogliosi di lavorare”.