Ad agosto +0,2% su base mensile. Frena la dinamica del 'carrello della spesa'

Nel mese di agosto 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Lo rileva l’Istat precisando che “nel mese di agosto, l’inflazione scende a +1,1% da +1,3% del mese precedente, soprattutto a causa dell’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici su base tendenziale (-6,1% da -4,0% di luglio), nonostante le spinte al rialzo registrate nel settore regolamentato. Nel comparto alimentare, i prezzi mostrano un rallentamento del loro ritmo di crescita, che contribuisce a frenare la dinamica del ‘carrello della spesa’ (+0,6% da +0,7%). Un sostegno all’inflazione si deve invece all’evoluzione dei prezzi dei servizi, che risente delle tensioni nel settore del trasporto aereo”. Ad agosto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,9%, come anche quella al netto dei soli beni energetici, che registra ancora un +1,8%. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo. 

Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione, spiega l’Istat, riflette in primo luogo l’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -6,0% a -8,6%) e dei beni durevoli (da -1,2% a -1,8%), ma anche la decelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +2,7% a +2,5%). Un sostegno alla dinamica dell’indice generale si deve, invece, all’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +11,7% a +14,3%) e, in misura minore, dei servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +2,9%) e dei beni semidurevoli (da +1,1% a +1,3%). Nel loro complesso, i prezzi dei beni accentuano il calo su base tendenziale (da -0,1% a -0,5%), mentre la dinamica dei servizi risulta in lieve accelerazione (da +3,0% a +3,2%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si accresce, portandosi a +3,7 punti percentuali (dai +3,1 di luglio).

Rallenta il ritmo di crescita sui dodici mesi dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,7% a +0,6%). Un andamento analogo si registra anche per quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,8% a +1,1%). L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+3,5%), dei servizi relativi ai trasporti (+1,9%, dovuto soprattutto a fattori stagionali) e dei beni alimentari lavorati (+0,6%). Tali effetti sono stati solamente in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-1,0%) e dei beni alimentari non lavorati (-0,6%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dello 0,2% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e aumenta dell’1,2% su base annua (in decelerazione da +1,6% di luglio); la stima preliminare era +1,3%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione positiva dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua. 

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