Deficit/Pil al 3,8% nel 2024, Debito/Pil in discesa solo dal 2027

Il ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha illustrato oggi in Consiglio dei ministri il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine adottato, con i dati aggiornati alla luce delle revisioni di contabilità nazionale rilasciate dall’Istat lo scorso 23 settembre e dopo il confronto con le parti sociali avvenuto mercoledì scorso. Lo fa sapere il Mef. Il Piano verrà presentato al Parlamento nelle prossime ore. Il Piano – sottolineano dal Mef- si ispira a una linea seria, prudente e responsabile e, coerentemente con l’azione che il governo porta avanti fin dall’inizio.

Deficit/Pil al 3,8% nel 2024, 3,3% nel 2025 e 2,8% nel 2026%

Partendo da una stima del 3,8% del PIL per l’anno in corso (più bassa del 4,3% stimato lo scorso aprile), il Governo si pone l’obiettivo di portare il rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, che consentirà di uscire dalla procedura per deficit eccessivo. E’ quanto si legge in una nota del Mef sull’aggiornamento del piano strutturale di Bilancio, illustrato dal ministro Giancarlo Giorgetti in Cdm. 

Debito/Pil al 134,8% in 2023, discesa solo dal 2027 

Tenendo anche conto della revisione del PIL nominale operato dall’Istat e dei dati sul debito elaborati dalla Banca d’Italia, il rapporto debito/PIL a fine 2023 scende al 134,8% (133,6% a meno delle compensazioni relative ai bonus edilizi) rispetto al 137,3% precedentemente stimato. E’ quanto si legge in una nota del Mef sull’aggiornamento del piano strutturale di Bilancio, illustrato dal ministro Giancarlo Giorgetti in Cdm. Come già rilevato nel Def dello scorso aprile, l’andamento del rapporto tra debito e PIL nei prossimi anni, soprattutto nel periodo 2024-2026, continuerà a essere fortemente condizionato dall’impatto sul fabbisogno di cassa delle compensazioni d’imposta legate ai Superbonus edilizi introdotti a partire dal 2020. Il rapporto debito/Pil, dunque, solo dal 2027 inizierà un percorso di discesa, in linea con le nuove regole che prevedono che si riduca, in media, di 1 punto percentuale di PIL successivamente all’uscita dalla procedura per deficit eccessivi.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata