I dati relativi al secondo trimestre del 2024: aumentano anche il reddito e il potere d'acquisto delle famiglie

Nel secondo trimestre 2024 la pressione fiscale è stata pari al 41,3%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil, è stato pari al -3,4% (-5,0% nello stesso trimestre del 2023). Lo rende noto l’Istat.

Aumenta il potere d’acquisto delle famiglie

Nel secondo trimestre 2024 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,2%, così come il loro potere d’acquisto. Lo rende noto l’Istat I consumi sono cresciuti dello 0,4%, con una propensione al risparmio delle famiglie consumatrici del 10,2%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,6%, è diminuita di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Codacons: “Aumento potere d’acquisto dimostra effetto prezzi su famiglie”

I dati Istat su redditi e potere d’acquisto dei cittadini nel secondo trimestre dimostrano in modo inequivocabile l’effetto dei prezzi al dettaglio sulle condizioni economiche delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando la nota dell’Istat sui conti trimestrali di Amministrazioni pubbliche e famiglie. L’andamento dei prezzi al dettaglio, con l’inflazione che si è stabilizzata attorno a quota +1% dopo i picchi registrati nell’’ultimo biennio, ha avuto effetti positivi diretti sia sui redditi disponibili che sulla capacità di acquisto dei cittadini, con entrambi gli indici che salgono del +1,2% rispetto al trimestre precedente – spiega il Codacons – I consumi, tuttavia, risultano ancora deboli, con una crescita del +0,4% sul trimestre e +0,8% su anno, a dimostrazione di come le famiglie adottino comportamenti di spesa prudenziali, puntando più al risparmio che, non a caso, sale del +0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.“I numeri dell’Istat confermano l’esigenza di mantenere i prezzi al dettaglio sotto controllo, perché solo tutelando il potere d’acquisto delle famiglie sarà possibile sostenere i consumi e dare benzina alla nostra economia” – conclude il presidente Carlo Rienzi. 

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (-0,8% nel secondo trimestre del 2023). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (1,3% nel secondo trimestre del 2023).

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