Sul fronte degli stipendi si passa dai 110,4 ai 193,9 euro lordi, ma per i sindacati è insufficiente

Possibilità di lavoro agile con natura “consensuale e volontaria” per tutti i lavoratori statali, a tempo pieno o parziale e con contratto a tempo determinato o indeterminato; smart working – il lavoro da remoto – anche “con vincolo di tempo e nel rispetto dei conseguenti obblighi di presenza” modificando il luogo di svolgimento della prestazione lavorativa, con la possibilità dunque di effettuare un turno in un posto diverso dall’ufficio, per esempio a casa o in spazi di coworking. Sono alcuni punti della bozza, visionata da LaPresse, dell’ipotesi di accordo al centro della trattativa tra Aran e sindacati per il rinnovo del contratto comparto Funzioni Centrali 2022-2024. Per i lavoratori con particolari esigenze di salute, che assistono familiari con disabilità gravi, per i genitori è possibile aumentare il numero delle giornate di lavoro da remoto. Le misure, viene spiegato da chi segue la trattativa, sono mirate a invogliare i giovani e rendere la Pa più attrattiva, oltre che più funzionale, evitando così la fuga dei dipendenti dagli uffici pubblici. Lo stesso fine ha la possibilità di disciplinare in sede di contrattazione integrativa misure di welfare per “iniziative di sostegno al reddito della famiglia (sussidi e rimborsi); supporto all’istruzione e promozione del merito dei figli; contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale; prestiti a favore di dipendenti in difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nella necessità di affrontare spese non differibili; polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale; altre categorie di beni e servizi che, in base alle vigenti norme fiscali, non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente”. Sul fronte delle retribuzioni la bozza dell’accordo – giudicata insufficiente dai sindacati – prevede aumenti dai 110,4 ai 193,9 euro lordi a seconda dell’inquadramento.

Usb abbandona il tavolo

“La riunione di oggi – sottolinea il presidente Aran, Antonio Naddeo, alla fine dell’incontro con i sindacati – è stata molto articolata e partecipata da tutte le organizzazioni sindacali, anche se con sfaccettature diverse, e il tema degli stanziamenti economici è rimasto centrale nella discussione. La sigla Usb ha abbandonato il tavolo, sottolineando l’insufficienza delle risorse finanziarie in campo. Tuttavia, alcuni sindacati sono disponibili ad arrivare a una conclusione della trattativa e a firmare il contratto, che – ricorda Naddeo – non si limita a definire solamente l’aspetto economico, ma anche quello normativo, traducendosi in più diritti e nuove possibilità per i lavoratori, in questo caso il pubblico impiego, perno fondamentale delle amministrazioni dello Stato”. Per il presidente Aran “è fondamentale sottolineare l’importanza della continuità dei contratti da quando le negoziazioni sono riprese, dopo anni di blocco: il primo nel 2016-2018, poi si è firmato il contratto 2019-2021 e saremmo già nelle condizioni, se accettate dalle organizzazioni sindacali, di firmare questo Ccnl nel 2024, ultimo anno del triennio di riferimento. La prima volta che, in pochi anni, si firmano tre contratti collettivi“. Il prossimo incontro è fissato per il 28 ottobre e Aran si è impegnata a illustrare la parte accessoria del contratto, completando così l’intera bozza su cui sono già stati presentati il trattamento fondamentale e gli incrementi stipendiali. “In questo Ccnl – conclude Naddeo – sono presenti per la prima volta importanti aperture sulla modalità dello smart working per tutti e significative innovazioni sulla contrattazione integrativa per agevolare i lavoratori neo assunti nelle amministrazioni, anche attraverso iniziative di welfare aziendale e forme di lavoro agile, con l’obiettivo di rispondere in particolare alle esigenze dei lavoratori fuori sede”.

Fp Cigl: “Senza risorse mobilitazione”

La trattativa per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali rischia di finire su un binario morto se il Ministro per la PA e il governo non si decidono a mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire l’adeguamento dei salari all’inflazione 22\24. Siamo sempre fermi al punto che lo stipendio di un funzionario nel triennio 2022/2024 ha avuto una svalutazione da inflazione pari a 290 euro e il recupero proposto dall’Aran si ferma a 141 euro. Basta parlare del governo che fa i contratti in tempi più rapidi dei precedenti. I contratti si fanno quando sono dignitosi e questo non lo sarebbe”, dichiara in una nota il segretario nazionale Fp Cgil, Florindo Oliverio. “La differenza con il governo precedente – osserva – sta nel fatto che Brunetta e Draghi finanziarono con la legge di bilancio del 2022 il nuovo ordinamento e i fondi per la contrattazione, anche dopo la scadenza naturale del contratto, mentre Meloni e Zangrillo rispetto all’aumento dei prezzi e all’inflazione record che abbiamo alle spalle restituiscono solo un terzo del recupero del potere d’acquisto, e con il PSB (Piano Strutturale di Bilancio) affermano che daranno solo il 2% per il prossimo triennio 2025/2027. Per questo saremo in piazza il 19 ottobre a Roma per chiedere risorse adeguate sul salario, per affermare il diritto al contratto e alla contrattazione mentre il governo continua ad adottare atti unilaterali che privilegiano pochi lavoratori e non danno risposte di miglioramento della qualità del lavoro per tutti”.

 

 

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