L'audizione del ceo del gruppo automobilistico. Schlein: "Segnali di disimpegno, noi preoccupati". Conte: "Impegni non mantenuti, non potete chiedere ancora"

Il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, è stato sentito giovedì pomeriggio in audizione alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, in merito ai piani della società per gli stabilimenti industriali italiani. “Abbiamo diversi impianti industriali, ne abbiamo diversi in Italia. Abbiamo un piano preciso, che ho già condiviso con i nostri partner, per dire che l’attività per quanto riguarda l’assegnazione dei veicoli viene assicurata fino al 2030, 2033 in alcuni casi, ma il problema non è risolto”, ha detto Tavares. Il costo per produrre le auto elettriche, ha spiegato, è superiore del 40% rispetto ai veicoli a motore termico e, dunque, “non posso ignorare l’elemento costo del veicolo, dipende dalla produttività e dalla velocità con cui assorbiremo questo 40% di costi aggiuntivi con i nostri partner. Quindi dobbiamo capire i tempi e i costi di assorbimento di questo 40% proprio per capire il prezzo futuro dei veicoli per proteggere i nostri margini e non mettere in pericolo l’azienda. Ma se non capisco il livello di prezzo a cui potrò vendere i veicoli non sarò in grado di capire se potrò vendere il veicolo alla classe media, che può creare volumi significativi per gli impianti industriali per trovarsi alla giusta velocità di crociera”. In conclusione, quindi, “tutto dipende dai costi. Se vogliamo mantenere l’attività nei nostri impianti dobbiamo vendere i veicoli a prezzi accessibili per la classe media”. 

Tavares: “Politica dia risposte, servono incentivi”

“Io devo poter vendere” i veicoli elettrici “allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna” ma “in questo sistema sotto pressione, non posso aumentare il prezzo e utilizzare la tecnologia elettrica, quindi devo infilare per forza un 40% di aumento dei costi, che è quello della tecnologia elettrica”, e “di conseguenza con questo 40% di aumento dei costi creo all’interno della filiera una tensione insopportabile”, ha detto ancora il ceo del gruppo automobilistico. “Voi, leader politici, dovete spiegarmi come faccio a gestire questi attriti, queste tensioni e conseguenze che derivano dal fatto che io devo aumentare per forza del 40% i miei costi”, ha aggiunto. Invitando il governo a predisporre incentivi per l’acquisto di questo tipo di automobili. “Perché non vendiamo più auto elettriche in Italia? Perché costano troppo. Come risolviamo il problema? Rendendole accessibili. Come si fa? Stimolando la domanda, aiutando la classe media nell’acquisto tramite incentivi che rendano l’acquisto accessibile. Come? Attraverso imposte forse? Questa è una vostra decisione”, ha detto. “In Europa appena gli incentivi si interrompono c’è un crollo nell’acquisto delle elettriche. Quindi per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi altrimenti non ce la facciamo”.

Schlein: “Preoccupa disimpegno”

Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. È interesse strategico dell’Italia salvaguardare la vocazione manifatturiera a partire dall’automotive e sostenerne i processi di innovazione. Siamo molto preoccupati per la situazione Stellantis in Italia e dell’automotive in generale. Condividiamo le ragioni dello sciopero unitario Fiom, Fim e Uim del 18 ottobre e chiediamo che Stellantis si confronti con le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Non possono essere i lavoratori a sobbarcarsi i costi di quello che sta accadendo. La domanda è chiara, qual è il piano industriale per innovazione, sviluppo e produzione in Italia. Chiediamo chiarezza, molto più di quello che abbiamo visto qui, perché invece abbiamo visto quelli che noi interpretiamo come segnali di disimpegno, di disinvestimento“, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, in replica a Tavares. “L’Italia ha tutte le competenze per guidare questo processo di innovazione – ha aggiunto la leader dem – Al Governo chiediamo di intervenire sui costi dell’energia che sono i più alti d’Europa, chiediamo una politica industriale di accompagnamento e che ci sia una cabina di regia a palazzo Chigi. A Stellantis chiediamo impegni concreti per riportare qui produzioni, anche sull’elettrico e di tornare a puntare sull’Italia. L’Azienda ha la responsabilità di farlo, per la sua storia. Altri Paesi, anche in Europa, anche in una situazione difficile, stanno investendo“.

Conte: “Impegni non mantenuti, non potete chiedere ancora”

Garanzie e incentivi dallo Stato italiano ne avete già presi. Siete venuti in Italia e avete goduto di una garanzia del 90%. Avete portato a casa 6,3 miliardi ma c’erano impegni nelle clausole sui livelli occupazionali e sugli investimenti e non avete mantenuto neanche uno di quegli impegni”, ha detto da parte sua il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. “Avete mandato via 11.500 tra lavoratrici e lavoratori – aggiunge l’ex premier – Lei non può venire dallo Stato italiano dicendo che avete bisogno di incentivi fiscali se no mandate a casa le persone. Non funziona così”, ha proseguito. “Lei si è presentato come commissario liquidatore, venga il presidente Elkann a rispondere davanti allo Stato italiano dei suoi comportamenti degli ultimi anni. Io non sottoscriverò neanche un euro se continuerete a scaricare sugli altri quelle che sono le vostre incompetenze“, ha concluso. 

Tavares: “Vedo molta rabbia ma le regole non le abbiamo fatte noi”

Mi sembra di individuare una certa rabbia, un certo livore, una certa rabbia nei confronti della situazione. Io, con rispetto, vorrei dirvi che è lo stesso atteggiamento che hanno i dipendenti Stellantis al momento. Ci troviamo di fronte a una situazione difficoltosa, vorrei solo che venisse riconosciuto che le regole che sono state decise alla base della situazione attuale non sono state imposte da Stellantis a Stellantis. Quindi, non mi pare sia corretto fare una grande insalata. Stellantis e l’industria europea automotive sono state messe in una situazione darwiniana da regole che non abbiamo deciso noi, ma ci sono state imposte. La situazione è stata scatenata da regolamenti votati in seno egli emicicli europei, che non vi piaccia va bene. Neanche a me piace. Abbiamo un problema e dobbiamo risolverlo”, ha replicato a sua volta Tavares. “Non si può mescolare la causa con i sintomi“, ha ribadito. 

Sindacati: anticipata produzione 500 ibrida a Mirafiori

Intanto i sindacati comunicano che, durante una riunione questa mattina tra Tavares e i segretari generali dei sindacati AQCFR, FISMIC CONFSAL e UGLM, Stellantis ha confermato gli obiettivi fissati nel piano industriale 2030. Tra i progetti principali, è prevista l’introduzione di versioni ibride su tutti i modelli della gamma, con l’anticipo della produzione della 500 ibrida a Mirafiori. Lo comunica una nota di Fismic Confsal. Il segretario Fismic Confsal di Torino, Sara Rinaudo, dichiara in merito: “Positive le notizie che arrivano da Roma per lo stabilimento di Mirafiori, con Stellantis che oltre a tutti i nuovi progetti messi in campo nell’ultimo periodo, nel quale ha investito ingenti risorse, ha annunciato l’anticipo della produzione della 500 ibrida. Mirafiori resta dunque centrale nei piani industriali di Stellantis, un segnale importante per i lavoratori e per il futuro dell’automotive in Piemonte, ma riteniamo sia anche essenziale l’arrivo di un nuovo modello per aiutare il sito”. E continua: “Siamo consapevoli, tuttavia, che il 2025 sarà un anno cruciale e impegnativo, soprattutto in relazione alla transizione energetica. È indispensabile che tutte le parti sociali agiscano con responsabilità e lungimiranza per creare le condizioni che permettano all’azienda di affrontare questo difficile passaggio. In particolare, ci preoccupano i temi del costo dell’energia e delle infrastrutture, fattori chiave per garantire la competitività del settore”. In conclusione: “Siamo fiduciosi nel percorso intrapreso, ma le difficoltà restano. Lo sciopero del 18 ottobre a Torino è confermato, in quanto riguarda l’intero settore automotive, che attraversa una crisi profonda e necessita di interventi urgenti. Non è più tempo di rinvii, servono proposte e soluzioni concrete da parte delle istituzioni, per tutelare non solo i lavoratori, ma anche l’intero comparto industriale. Il 18 ottobre, i segretari generali saranno qui con noi a Torino, e speriamo che questo sciopero smobiliti l’opinione pubblica e che rappresenti il primo passo verso una ripresa solida per l’industria manifatturiera del Piemonte, che merita un piano di rilancio serio e sostenibile”. 

In corso processo formale per individuare successore Tavares

La società nella notte aveva confermato che è già in corso il processo formale per identificare il successore di Carlos Tavares, quando lascerà l’incarico nel 2026 al termine del suo mandato da Ceo. Questo processo, guidato da un Comitato Speciale del Consiglio di Amministrazione presieduto da John Elkann, completerà il proprio lavoro entro il quarto trimestre del 2025. Sono stati inoltre annunciati dei cambiamenti ai vertici dell’azienda. Doug Ostermann viene nominato Chief Financial Officer, succedendo a Natalie Knight, che lascerà l’azienda. Antonio Filosa, oltre a mantenere il ruolo di Ceo del marchio Jeep, viene nominato Chief Operating Officer per il Nord America succedendo a Carlos Zarlenga, il cui prossimo incarico sarà oggetto di un ulteriore annuncio. Jean-Philippe Imparato, oltre a mantenere il ruolo di Ceo di Pro One, viene nominato Chief Operating Officer Enlarged Europe, succedendo a Uwe Hochgeschurtz, che lascerà l’azienda. Gregoire Olivier viene nominato Chief Operating Officer per la Cina. Santo Ficili viene nominato Ceo di Maserati e Alfa Romeo e membro del Top Executive Team. L’organizzazione della Supply Chain sarà trasferita dalla Divisione Acquisti guidata da Maxime Picat alla Divisione Manufacturing, sotto la guida di Arnaud Deboeuf. 

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