“Com’è andata? Una presa in giro. Tavares ha fatto una lunga chiacchiera su come funziona l’automotive, lo ringraziamo. Gli abbiamo chiesto degli impegni presi e ha risposto in modo del tutto evasivo. Ha di fatto solo detto che l’impegno sul milione di veicoli non c’è più, c’è però l’impegno su un milione di clienti che gli dobbiamo trovare noi con gli incentivi”. Così Carlo Calenda, uscendo dalla Camera dei Deputati dopo aver assistito all’audizione dell’a.d. di Stellantis Carlos Tavares. “La situazione è drammatica. Oggi si apre formalmente una crisi, cioè che Stellantis ha formalmente detto che non rispetta l’obiettivo tanto strombazzato dal governo”, ha aggiunto il leader di Azione, che ha poi affermato: “Bisogna agire ora a livello europeo e italiano. La lista delle cose da fare l’abbiamo fatta nella mozione che discuteremo martedì con tutte le opposizioni. Ora sta al governo dirci se è interessato a una proposta di merito o pensa di andare avanti con i proclami e i tavoli di Urso”.
“Dobbiamo essere uniti nei confronti della controparte, tutti insieme, perché alla controparte non frega nulla dell’Italia”, insiste Calenda, che poi punta il dito contro John Elkann: “Mi dispiace che John Elkann sia scappato facendo venire Tavares. Gli chiederemo di venire perché le garanzie le abbiamo date a lui, cioè a FCA. Stellantis ha continuato a pagare dividendi mentre Exor ha guadagnato un sacco di soldi di dividendi e deve venire a rispondere alle istituzioni italiane, non mandare qualcuno che sta per andare in pensione (Tavares, ndr)”. Il senatore conclude quindi, scherzosamente: “La risposta che darei a Tavares, in danese, è ‘Ca nisciun è fess’”.