Gli imprenditori e le imprese del settore automotive, “sono sconcertati dalla decisione del governo di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il ‘fondo automotive’ destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera“. Così l’Anfia facendo presente che “l’automotive è il principale settore manufatturiero italiano: conta oltre 270.000 addetti diretti, ha un fatturato di oltre 100 miliardi di euro ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni”.
Inoltre “le aziende italiane oltre alle sfide del Green deal, stanno anche affrontando una conclamata crisi industriale a livello nazionale che unita al forte calo dei volumi di mercato a livello europeo sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di un’eccellenza italiana“.
Il taglio previsto dalla Manovra 2025 – prosegue Anfia, è “un’inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in maniera clamorosa l’importante attività che il governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e che annulla questi mesi di intenso lavoro del ‘Tavolo sviluppo automotive’“. Lavoro che aveva portato l’Anfia, le parti sociali e le Regioni “con vocazione automotive a proporre al governo un Piano d’azione per supportare la filiera“.
“L’auspicio è quello di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della Manovra in Parlamento – conclude l’Anfia – in caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera ed il governo“.
“Siamo impegnati a garantire che la filiera dell’automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione. Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica che è la vera forza del Made in Italy”, ha rassicurato in serata il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.