La ricerca autunnale dell'Osservatorio Anima, la preoccupazione per l'inflazione riguarda soprattutto gli over 55

L’inflazione resta un problema sentito per gli italiani. Il 52% dei bancarizzati e il 43% degli investitori considerano l’aumento dei prezzi un problema significativo, in crescita rispettivamente di 2 e 3 punti percentuali rispetto alla primavera 2024. Queste sono alcune delle evidenze che emergono dall’edizione autunnale dell’Osservatorio Anima 2024, condotta in collaborazione con le società di ricerca di mercato Eumetra e Research Dogma.

L’indagine conduce un monitoraggio regolare dei trend, delle necessità e delle abitudini delle famiglie italiane in tema di finanza, risparmio e investimenti. Lo studio è stato condotto tra il 3 e l’11 settembre 2024 su un campione di oltre 1.000 adulti – titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario e postale e con accesso ad internet – rappresentativo di circa 35 milioni di persone.

Preoccupazione porta a calo capacità risparmio

La preoccupazione è particolarmente forte tra gli intervistati nella fascia di età compresa tra i 55 e i 64 anni, il 58% dei quali è convinto che l’inflazione rappresenterà ancora un problema in futuro. Il numero medio di progetti per individuo è in leggera crescita (+0,1), attestandosi a 2,6. Per finanziare tali progetti, gli italiani ricorrono a diverse strategie, dalla riduzione delle spese superflue (58%), all’accumulo di denaro per risparmiare o investire (51%) all’ottimizzazione della gestione dei risparmi (31%). La capacità di risparmio degli italiani registra un certo calo – in parte per un effetto stagionalità – e scende dal 57% al 51% tra i bancarizzati e dal 77% al 68% tra gli investitori.

Famiglie meno ottimiste

Secondo la ricerca le famiglie italiane sono un po’ meno ottimiste sulla loro situazione personale in tema di risparmio e sulla situazione economica dell’Italia. Il 21% dei bancarizzati e il 27% degli investitori ritiene che la situazione economica dell’Italia sia migliorata rispetto a un anno fa: percentuali in lieve diminuzione rispetto alla primavera (quando erano rispettivamente del 23% e 30%) ma superiori rispetto all’autunno 2023. Per quanto concerne le attese per il prossimo anno, il 20% dei bancarizzati e il 26% degli investitori prevede un miglioramento della situazione economica del Paese nei prossimi 12 mesi. Le aspettative sulla propria situazione personale registrano una lieve diminuzione degli ottimisti.

Propensione a investire

Guardando agli investimenti, il 55% dei bancarizzati e il 74% degli investitori investirebbe in prodotti finanziari, il 33% e 34% rispettivamente in immobili. La propensione a investire, nonostante una leggera diminuzione, si mantiene significativa: il 23% dei bancarizzati ritiene sia un buon momento per investire, contro un 18% che pensa non sia per nulla un buon momento. Crescono la conoscenza e la diffusione dei Piani d’accumulo del capitale. Scegliere prodotti e servizi sostenibili, a basso impatto ambientale e sociale, resta ‘molto’ o ‘abbastanza’ importante per l’81% dei bancarizzati e l’84% degli investitori; oggi il 57% dei bancarizzati e il 50% degli investitori attribuisce più importanza alla sostenibilità rispetto al rendimento finanziario, in aumento dal 49% e dal 45% di marzo.

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