Elezioni Usa, come si muovono i mercati con Trump verso la Casa Bianca

Dollaro ai massimi e exploit del Bitcoin ma la vittoria del tycoon porta anche rischi inflazione e tassi Fed

Dollaro ai massimi, Bitcoin in salita, petrolio di nuovo di moda (anche se il prezzo al barile è in calo). Sono le prime spinte, ancora a caldo, nel post-voto Usa. I mercati si muovono in questa direzione, per il momento, mentre il popolo statunitense ha deciso di riportare Donald Trump alla Casa Bianca, cui manca ormai soltanto la cerimonia ufficiale di gennaio.

Le promesse del prossimo presidente, il 47esimo – a cominciare dal vecchio caro buon Maga, il suo claim acronimo di ‘Make America great again’ – avevano in effetti lasciato poco spazio all’immaginazione: taglio delle tasse, rafforzamento dei confini, dazi (più o meno importanti); quindi tanta economia interna e crescita nazionale.

Con Wall street non ancora aperta (anche se nel pre-market volano i titoli di Trump media) si guarda all’incremento del dollaro che raggiunge il massimo dal 2020 e guadagna su tutte le valute, e del Bitcoin che schizza oltre 75mila dollari (le dichiarazioni in campagna elettorale hanno già in questi giorni addietro sostenuto l’ondata degli investitori). 

In scia, quindi, aspettando Wall street, i listini europei sembrano accogliere con favore il ritorno di Trump: da Londra a Parigi, da Francoforte a Milano tutti segnano passi avanti positivi. In discesa invece le asiatiche che vedono già da subito il pericolo ‘dazi‘, con la Cina che sembra comunque pronta ad accusare il colpo sull’esportazione dei prodotti verso gli Usa. E Tokyo che invece, per via della debolezza dello yen, chiude con segno positivo. Così come Sydney.

Tra i rischi messi in evidenza dagli osservatori la risalita dell’inflazione e quindi di conseguenza la politica monetaria della Federal reserve (Fed) che potrebbe decidere di mettere in stand by il taglio dei tassi anche se sembra scontato il prossimo annuncio di una nuova riduzione previsto per domani. Inoltre una politica ‘nazionalista’ alla Casa Bianca potrebbe offrire benefici nel medio termine alle quotazione dell’oro.

I titoli petroliferi che si sfregano le mani sapendo quanto il tycoon sia un estimatore delle trivelle anche se il barile Wti (West Texas intermediate) registra un calo, dal momento che Trump vorrebbe aumentarne la produzione.

Proprio sulla questione energetica resta comunque da capire come si muoverà la prossima amministrazione Usa di fronte all’accordo di Parigi, quindi alla lotta ai cambiamenti climatici. Tenendo in considerazione per esempio che Elon Musk – a capo di una delle big tech più importanti per il listino americano – ha di fatto puntato sulla vittoria di Trump, pur avendo lui stesso sempre guardato alle rinnovabili (Solar city ne è un esempio); la stessa Tesla è interamente centrata sulla costruzione di auto elettriche.