Il docente di Economia all'Università milanese: "L'elezione del tyccon accelera la necessità dell'agenda Draghi"

“Per quanto riguarda l’Italia, noi siamo tra i mercati più esposti agli Stati Uniti nell’ambito dei Paesi europei. Una chiusura commerciale americana ci penalizza in maniera dunque maggiore: i settori più esposti sono quello alimentare, quello dell’automotive, quello della chimica, in misura minore quello della moda”. Così Carlo Altomonte, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, sentito da LaPresse sulle conseguenze economiche della vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti.

“La politica economica annunciata da Trump in campagna elettorale è quella di un aumento dei dazi, soprattutto nei confronti della Cina – che dovrebbero aumentare del 60% – e nei confronti del resto del mondo, con aumenti intorno al 10%”, spiega Altomonte. “Questo perché Trump ha bisogno di risorse per rendere permanente a livello interno il taglio delle tasse che aveva avviato nel corso della sua presidenza – aggiunge – Per finanziare questa misura, Trump userà le risorse fiscali provenienti dalle tariffe. Per l’Europa ciò vorrà dire minori esportazioni verso gli Stati Uniti, ma anche, visto che la Cina ridurrà con questi dazi il suo export verso gli Usa, il rischio di diventare oggetto di dumping di prodotti cinesi. Pechino, infatti, non potendo esportare verso gli Usa come ora, esporterà di più verso l’Europa”.

Sul tema automotive “da un lato si rischia di esportare meno macchine verso gli Usa, dall’altro – proprio perché si tratta di una delle produzioni più ampiamente sussidiate e a basso prezzo – è possibile che le auto elettriche cinesi travolgano il mercato europeo. Anche noi ci stiamo proteggendo con le tariffe, ma c’è da capire se i cinesi riusciranno comunque a superarle, investendo sulla scala di produzione, riducendo i costi e penetrando cosi ancora di più nel mercato europeo. E questo non vale solo per le auto, ma anche ad esempio per quanto riguarda il settore della componentistica”. Così Carlo Altomonte, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, sentito da LaPresse sulle conseguenze economiche della vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti.

“Bisognerà capire se l’Europa sarà pronta ad accettare questa sfida o se invece si chiuderà in sé stessa. L’alternativa potrebbe essere quella di negoziare con Trump, uno che ama chiudere accordi: l’Europa potrebbe impegnarsi ad esempio a comprare armi statunitensi da destinare all’Ucraina, riducendo dunque la portata di quell’impegno agli Usa, e in cambio chiedere tariffe più basse”, aggiunge Altomonte. 

Elezione Trump accelera necessità agenda Draghi

“Se l’Europa non agisce avrà grossi problemi, dato che la nostra crescita non sarà più dipendente dall’export. L’unica soluzione è cambiare modello di crescita, da uno basato sull’export a uno focalizzato sul mercato interno. Ma ciò vuol dire maggiore integrazione in settori come energia, telecomunicazioni, così come nei mercati dei capitali. L’elezione di Trump, se vogliamo, accelera l’ineluttabilità di un pezzo di agenda Draghi“. Così Carlo Altomonte, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, sentito da LaPresse sulle conseguenze economiche della vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti.

Con Trump possibili stop a taglio tassi Fed 

“Trump è un presidente inflazionista, e le tariffe producono inflazione: è possibile che la Fed rallenterà nella riduzione dei tassi, e di conseguenza dovrà farlo anche la Bce per proteggere il tasso di cambio”. Così Carlo Altomonte, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, sentito da LaPresse sulle conseguenze economiche della vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti. 

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