Ipotesi congedo esclusivo per i padri: lo dice l’Inps. “Nell’anno successivo alla nascita del primo figlio le madri presentano una probabilità di lasciare la propria occupazione nel settore privato di circa il 18% rispetto a quella che si riscontra negli anni precedenti la maternità, che è pari a circa l’11%. Per i padri, invece, la probabilità di uscita non subisce variazioni sostanziali e continua a ridursi dopo la paternità. Tale evidenza suggerisce che mentre la genitorialità tende a spingere le madri fuori dal mercato del lavoro o verso occupazioni in settori diversi da quello privato, questo fenomeno non si riscontra per i padri”. Lo ha detto ieri il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, in audizione sulla manovra alle Commissioni riunite Bilancio.
“Le modifiche sulla disciplina del bonus asilo nido, in termini di ampliamento della platea dei beneficiari sono, pertanto, da accogliere con favore in ragione del crescente utilizzo di tale strumento: i beneficiari tra il 2020, anno di introduzione della misura, ed il 2023 sono cresciuti del 70%”, aggiunge Fava. “Le modifiche al congedo parentale in termini di incremento dell’indennità del congedo dal 30% all’80% per tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino – riferisce ancora – incrementeranno il take up di questa misura anche per i padri. Infatti, è stato, osservato che alle modifiche sull’incremento dell’indennità del congedo parentale introdotte in via temporanea dalla legge di bilancio per il 2024 solo per l’anno in corso, si è associato una crescita delle richieste non solo da parte delle donne, ma anche dei padri. Sarebbe auspicabile, tuttavia, oltre che un incremento dell’importo del congedo parentale, prevedere anche l’esclusività nell’utilizzo dello stesso da parte del padre, al fine di non lasciare le donne troppo lontane dal mercato del lavoro favorendone un loro rientro senza pregiudicarne lo sviluppo professionale ed economico”.