Ipotesi di accordo del Ccnl riguarda lavoratori ministeri e enti pubblici. Non hanno partecipato all'intesa Cgil e Uil
Rinnovo contratto statali ha alcune parole chiave: settimana corta, più ore di permesso per le visite mediche, smart working, e un aumento di 165 euro in busta paga. Questi i punti cardine dell‘ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) del comparto funzioni centrali per il periodo 2022-2024. Accordo preventivo che non nasce però in un clima, per così dire, disteso dal momento che non hanno aderito né la Fp Cgil né la Pa Uil.
La sottoscrizione di questa ipotesi di accordo è stata conclusa dall’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – spiega il suo presidente Antonio Naddeo – lungo una trattativa durata più di quattro mesi con “confederazioni e organizzazioni sindacali rappresentative della maggioranza, pari al 54,6%“.
La platea coinvolta è composta da lavoratori dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti pubblici economici. L’incremento mensile medio è pari, a regime, a 165 euro per tredici mensilità per un aumento del 6%. Si sommano anche circa 1.000 euro di arretrati medi mensili, calcolati a dicembre 2024.
Prevista poi l’introduzione della settimana corta: viene messa alla prova infatti una specie di sperimentazione che dovrebbe portare alla rimodulazione delle 36 ore su quattro giorni anziché sui cinque attuali; questo comporterà quindi una giornata lavorativa più lunga, pari a nove ore più la pausa, oltre alla riparametrazione delle ferie e dei permessi giornalieri. Si tratta in effetti di un test che le amministrazioni possono decidere di attuare su base volontaria e con l’assenso del lavoratore. Lasciando fermi i servizi da erogare viene intesa come una forma in più di flessibilità che si aggiunge allo smart working (che può anche essere superiore al lavoro in presenza) e si può plasmare sulle esigenze delle amministrazioni.
Tra le novità, l”age management‘ che punta a tenere in considerazione le diverse età dei dipendenti con il duplice obiettivo di avviare un nuovo patto intergenerazionale anche per cercare di valorizzare chi ha maggiore esperienza (‘mentoring‘), capovolgendo anche la situazione con l’attivazione di un ‘reverse mentoring‘ verso i più anziani per esempio sulle competenze digitali. Infine, viene posta particolare attenzione nella contrattazione integrativa per i nuovi assunti, con specifiche indennità, lavoro agile, welfare aziendale.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata