Non si ferma la corsa delle RcAuto, segnata da un aumento inesorabile dalla seconda metà del 2022 che ha portato a una maggiore spesa, per gli automobilisti italiani, di oltre 2 miliardi. A fare i calcoli è il Codacons, che ha messo a confronto i dati provinciali Ivass: e qui c’è il secondo dato che stupisce, perché se i rincari toccano tutti ci sono però delle differenze significative da città a città.
Il prezzo medio della polizza Rc auto, calcolato sull’intero territorio nazionale, è passato dai 353 euro di gennaio 2022 ai 414 euro di settembre 2024, con un rincaro complessivo del +17,3% e un aggravio di spesa di 61 euro a copertura assicurativa. Ma nel periodo considerato ben 12 città hanno registrato una crescita media delle tariffe superiore al 20%.
Il record spetta a Roma: nella Capitale il costo medio della polizza è passato dai 379,7 euro di inizio 2022 agli attuali 483 euro, con un aumento del 27,2% e una maggiore spesa in media pari addirittura a +103 euro ad assicurato. Tra le città più penalizzate Cagliari, dove le tariffe salgono del 22,5% (quasi +79 euro a polizza), Pordenone (+21,5%), Massa-Carrara e Caltanissetta (+21,3%).
Solo 4 città nel periodo considerato registrano incrementi medi inferiori al 10%: le province più virtuose sono quelle della Calabria, con Reggio Calabria che vede le polizze salire in media solo del 4,4% (+17,4 euro ad assicurato), seguita da Cosenza (+7,9%, +24,7 euro) e Catanzaro (+8,6%, +28,7 euro).Al momento, il costo più alto dell’Rc auto si registra oggi a Prato, con una media di 601 euro a polizza, in aumento del +19,2% su gennaio 2022 pari a circa +97 euro ad automobilista; al secondo posto Napoli con 595 euro, ma con un aumento più contenuto rispetto a due anni fa, +11,6%. Il prezzo più basso si registra invece ad Enna (in media 294 euro). “Gli automobilisti continuano a subire la crescita delle tariffe Rc auto, che dalla seconda metà del 2022 hanno invertito il trend tornando a salire in tutte le città – afferma il presidente Carlo Rienzi – E ciò avviene nonostante le compagnie assicurative registrino utili da capogiro che hanno raggiunto secondo l’Ivass quota 8 miliardi di euro nel 2023, in crescita del +249% rispetto all’anno precedente. Crediamo ci siano tutti i presupposti per avviare un attento monitoraggio sul settore teso ad accertare le cause degli spropositati rincari assicurativi a danno degli utenti”.