Il valore del portafoglio è arrivato a superare i 531 milioni di dollari. Il presidente Bukele su X: "Ve l'avevo detto"

Bitcoin miniera d’oro. Tanto che non sembra così sbagliato il “ve l’avevo detto” del presidente di El Salvador Nayib Bukele che su X ha tutte le ragioni per esultare. Scrive infatti ‘I told you so‘. Il perché? La risposta sta nei guadagni stratosferici del bitcoin di questi giorni, spinto verso nuovi record (oltre 89mila dollari) dopo la vittoria di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca.

Bitcoin valuta legale

El Salvador ha infatti nel suo bilancio un portafoglio di bitcoin che supera i 520 milioni al momento. A decidere di investire sulla più famosa delle criptovalute è stato proprio lui, Bukele, tre anni fa con un annuncio alla conferenza ufficiale a Miami e una legge per rendere a corso legale il bitcoin nel Paese centro-americano. Una mossa che ieri era arrivata a valere anche oltre 531 milioni di dollari.

Incastonato tra Guatemala e Honduras, El Salvador è il più piccolo Stato ma anche quello più densamente popolato dell’America centrale (ci vivono 6,5 milioni di persone). Noto per i suoi tanti vulcani, le piantagioni di caffè, cotone, e zucchero di canna. Si affaccia sull’oceano Pacifico e il suo mare sembra l’ideale per chi ama il surf. Ma c’è qualcosa di più che rende unico questo Stato: dal 7 settembre del 2021 (il giorno precedente sono stati acquistati i primi 400 bitcoin) è diventato il primo Paese al mondo ad avere adottato il bitcoin come valuta legale, accanto al dollaro americano (e al colon salvadoregno che però non è più emesso dal 2001).

Critiche da Fmi

La scelta del suo presidente sembrava destinata a esser letta più come un atteggiamento naif che come una vera e proprio pianificazione economica, viste anche le critiche che ne derivarono (in particolare dal Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale che respinse la richiesta di assistenza nell’implementazione del bitcoin come valuta legale).

Bukele va avanti, il wallet in tempo reale

Il 44enne Bukele non si è fatto scoraggiare ed è andato avanti per la sua strada, anche quando la volatilità della moneta virtuale sembrava mettere a rischio i capitali investiti. Prima imprenditore e poi sindaco (di Nuevo Cuscatlan e poi della capitale San Salvador), è in carica dal primo giugno del 2019 e rieletto a febbraio di quest’anno con quasi l’85% dei voti (anche grazie a un artificio dal momento che la costituzione non glielo avrebbe consentito). Nel 2017 viene cacciato dal partito in cui militava, sostanzialmente perché ritenuto troppo giovane. Così nel 2018 ne fonda uno tutto suo, Nuevas Ideas. Non si possono non segnalare le critiche delle Ong al suo modus operandi, con accuse di violazioni dei diritti umani. L’introduzione del bitcoin come valuta a corso legale si è accompagnata allo sviluppo di un portafoglio digitale (wallet) ad hoc e ufficio governativo che in tempo reale offre informazioni sull’andamento dell’investimento.

Uno al giorno

Ma qual era la strategia decisa da Bukele? Semplice: comprare un bitcoin al giorno, ogni giorno una nuova moneta virtuale. Oggi siamo a 5.932 bitcoin che significano 519 milioni di dollari. Per avere un’idea basti pensare che un mese fa, il 14 ottobre, erano 5.903 bitcoin per un valore di 388 milioni di dollari, passando per i 531 milioni di dollari cui si è arrivati ieri sera.

Negozi, bancomat, Bitcoin city

Accettato nei negozi, in sempre maggiore espansione per aprire bancomat che rendere possibile lo scambio (soltanto tre anni fa si era annunciata l’installazione di 1.500 sportelli automatici di criptovaluta in grado di scambiarle con i dollari), e banche dedicate ai bitcoin. Insomma un ecosistema intorno alla catena dei bitcoin che, accanto al caffé e al cotone, avevano portato allo sviluppo di piantagioni digitali di criptovalute in El Salvador, e al progetto della prima città incentrata su questa moneta ammazza-record, la Bitcoin city: un posto dove installare anche grandi factory di mining di bitcoin, la modalità con cui vengono messi in circolazione nuove monete (nonché il processo di garanzia per le transazioni e per la correttezza della blockchain) che richiede una grande quantità di energia. Domanda di energia che ha già una risposta. Dal momento che Bitcoin city potrebbe essere una città autonoma energeticamente, grazie soprattutto alla geotermia sfruttando la forza dei tanti vulcani del Paese e alle altre fonti rinnovabili. Che sia previsto anche un regime fiscale vantaggioso, appare quasi superfluo dirlo.

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