L'offerta pubblica per creare il terzo polo bancario europeo frenata dall'esecutivo
La mossa di Unicredit su Banco Bpm agita il governo. L’offerta pubblica di scambio volontaria – per un controvalore di 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni – lanciata dalla banca guidata da Andrea Orcel sulla totalità delle azioni dell’istituto gestito da Giuseppe Castagna, coglie di sorpresa l’esecutivo e il ministero dell’Economia, in un lunedì già impegnativo per la manovra. L’operazione è stata “comunicata ma non concordata con il governo. Anche perché come noto esiste la golden power”, gela il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, facendo riferimento ai poteri speciali che, in Italia, il governo può esercitare nei settori strategici per tutelare l’interesse nazionale. Nessun commento trapela da palazzo Chigi. La linea è quella che sul tema si è espresso il ministro dell’Economia e quindi “vale quello che ha detto Giorgetti”.
L’esecutivo “farà le sue valutazioni e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso”, rimarca il ministro leghista. Senza rinunciare poi a una stoccata: “Citando von Clausewitz – generale prussiano autore di un trattato di strategia militare ‘Della guerra’ – il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti”. Si perché Unicredit è attualmente impegnata oltreconfine nel ‘matrimonio’ con Commerzbank, piano ancora in piedi e che rappresenta “un investimento che avrà tempo per maturare, su cui possiamo aspettare”, chiarisce Orcel precisando ancora che quella annunciata in mattinata è un’operazione “autonoma e indipendente dall’investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale” della banca tedesca.
Non apprezza neanche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che tira in ballo la Banca d’Italia. “A me sta cuore – dice, sottolineando di non gradire concentrazioni e monopoli – che realtà come Bpm e Mps, che stanno collaborando e sono soggetti italiani che potrebbero creare un terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà. L’interrogatorio mio e di tanti risparmiatori è: Bankitalia c’è? Che fa? Bankitalia esiste, che dice, vigila? Siccome sono fra i più pagati d’Italia dirigenti di Bankitalia”. E insiste: “Da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Montepaschi per fare un favore ad altri, però c’è Bankitalia e noi dormiamo sonni tranquilli. Forse”.
Dal canto suo Unicredit intende terminare l’integrazione “entro giugno 2025”, anche grazie alla sottoscrizione di un aumento di capitale del 13,9% per finalizzare l’accordo, in un’operazione di grande rilievo a livello nazionale e internazionale che renderebbe l’aggregazione nascente “la terza banca europea per capitalizzazione di mercato”, scrive l’istituto di piazza Gae Aulenti.
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