Il docente di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano, in un'intervista a LaPresse, ha parlato dell'Ops lanciata dalla banca guidata da Orcel sulla totalità delle azioni di Banco Bpm

“L’offerta al momento non sembra troppo generosa, come noto si tratterebbe di un premio implicito dello 0,5% rispetto al prezzo di mercato di Banco Bpm di venerdì. Sul piano finanziario non è un’offerta molto generosa, può darsi che venga in futuro ritoccata e integrata. Orcel ha spiegato di fatto di voler convincere gli azionisti Bpm ad aderire più con la prospettiva di entrare in un grande gruppo, che sull’aspetto monetario”. Così Angelo Baglioni, docente di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano, sentito da LaPresse in merito all’Ops lanciata da Unicredit sulla totalità delle azioni di Banco Bpm. “L’Ops è stata scelta perché non si vogliono impiegare capitali cash, fare un’Ops permette di scambiare carta contro carta senza impiegare capitali. Gli azionisti del Banco Bpm, se l’operazione andasse in porto, cederebbero titoli del Banco Bpm e riceverebbero azioni Unicredit, senza scambio di contanti”, aggiunge Baglioni, per il quale l’aumento di capitale previsto da Gae Aulenti “servirebbe così a rafforzare il capitale di Unicredit, senza esborso di denaro diretto“.

“Discutibile l’idea di utilizzare golden power”

In merito all’uso del golden power sull’operazione Unicredit-Banco Bpm “bisogna vedere, c’è stata una forte estensione dei settori a cui si può applicare questa limitazione di operazioni. Però dovrebbero essere operazioni nelle quali c’è il pericolo che una società italiana che opera in un settore strategico cada in mano, totalmente o in parte, a un soggetto estero. Qui non mi sembra che sia il caso. Unicredit è un gruppo internazionale, anche senza Commerzbank, ma ha sede a Milano. Mi sembra quantomeno da discutere che si possa applicare il golden power”, spiega Baglioni. “Le reazioni politiche sono state un po’ scomposte, quella di Salvini abbastanza fuori luogo, ma questi sono aspetti politici su cui non voglio entrare molto. L’operazione, come lo stesso comunicato di Unicredit ha specificato, dovrà intanto ora passare per tutte le varie autorizzazioni, dall’Antitrust a quella dell’Autorità di Vigilanza, che è la Bce”. 

“Serio rischio stallo per ipotesi Bpm-Mps”

“Vedremo ora la reazione di Bpm. L’operazione potrebbe considerarsi ‘ostile’ non tanto per il prezzo, ma nel senso che giunge in maniera inattesa e va a interferire con quell’aggregazione a traino Bpm-Mps che puntava a creare un famoso ‘terzo polo bancario’. Piano molto caldeggiato dal governo, orchestrato anche insieme al ministero dell’Economia. Questa cosa ora rischia seriamente di entrare in stallo“, dichiara il docente. “E’ normale che di fronte a simili operazioni il prezzo delle azioni della società ‘target’ salga sul mercato, perché chiaramente vuol dire che c’è qualcuno che si propone di acquistare le azioni di quell’azienda. Non potendo escludere che in futuro Unicredit possa alzare quell’offerta, rendendola un po’ più conveniente, il prezzo sale ora in Borsa”, ribadisce Baglioni in merito all’andamento in Borsa dei titoli di Banco Bpm.

“Ops su Bpm è operazione di consolidamento”

“Questa operazione è strutturale, e risponde alla logica di consolidare il posizionamento, il potere di mercato di una grande banca che aspira a difendere la sua posizione e la sua quota di mercato in Italia e in Europa”, fa sapere Baglioni. “L’operazione su Commerzbank è invece più innovativa e di largo respiro, va nella direzione di creare un grande gruppo cross-border in Europa, rispondendo anche alle esigenze di policy di andare verso una maggiore integrazione del mercato dei capitali, dell’unione bancaria in Europa. Quella su Bpm è un’operazione più domestica per sua natura”.

“Difficile avanti insieme operazioni Bpm e Commerzbank”

“E’ abbastanza difficile che vadano avanti tutti e due le operazioni, anche se non è impossibile. Il punto è che sarebbe un impegno molto forte, anche dal punto di vista dei capitali necessari. Già nel comunicato di ieri Unicredit diceva che per perfezionare l’operazione su Bpm ci sarebbe bisogno di un aumento di capitale. A sua volta, l’operazione su Commerzbank richiede risorse da investire: è vero che Unicredit ha ad oggi un eccesso di capitale, che è capitalizzata ben al di sopra delle soglie minime regolamentari, però che ci sia lo spazio per tutte e due le operazioni mi sembra difficile”, aggiunge l’esperto in merito alla relazione dell’operazione su Bpm con il dossier relativo a Commerzbank. “La tempistica dell’operazione si colloca dopo le notizie che han riguardato la crescita di Bpm in Mps e dopo il fatto che l’operazione Commerzbank si presenti ancora più complicata di quanto previsto, sia per l’opposizione della banca tedesca, sia per il complicato quadro politico tedesco”, sottolinea Baglioni, per il quale “a questo punto sembra chiaro che Unicredit abbia deciso di intervenire tempestivamente in modo da crearsi una seconda opportunità di crescita, in caso dovesse andare male l’operazione in Germania”. 

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