La banca meneghina in una nota: "Condizioni dell'offerta sono inusuali, viene meno la nostra autonomia". L'istituto guidato da Orcel aveva lanciato un'offerta pubblica di scambio volontaria

Il caso Unicredit-Bpm scuote il mondo della politica e non solo. L’offerta pubblica di scambio volontaria – per un controvalore di 10,1 miliardi di euro – lanciata dalla banca guidata da Andrea Orcel sulla totalità delle azioni dell’istituto gestito da Giuseppe Castagna, ha colto di sorpresa l’esecutivo e il ministero dell’Economia.

La mossa non è stata gradita da Mauro Paoloni, consigliere di amministrazione di Bpm, che entrando nella sede della banca per il cda ha risposto di “sì” a un cronista che gli chiedeva se l’offerta di pubblico scambio lanciata da Unicredit sui titoli dell’istituto meneghino fosse ostile.

Bpm: “Operazione Unicredit non concordata preventivamente”

In mattinata l’istituto di credito lombardo ha fatto sapere che l’Ops di Unicredit “non è stata in alcun modo preventivamente concordata con la banca”. E’ quanto si legge in una nota di Banco Bpm diffusa dopo il consiglio di amministrazione riunito oggi. 

Le condizioni “risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia”, ha spiegato Bpm sottolineando che si esprimerà sull’offerta “con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge” ma che dall’analisi del comunicato “il cda all’unanimità rileva in via preliminare e nel miglior interesse degli azionisti che l’Offerta indica un corrispettivo unitario – interamente in azioni – che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di BBPM del 22 novembre, e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri”. 

Bpm: “Con fusione con Unicredit viene meno la nostra autonomia”

“Nel Comunicato è indicato che, nel minor tempo possibile, è prevista la fusione tra le due banche, facendo pertanto venir meno l’autonomia giuridica di BBPM, a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario italiano sia per i clienti retail che per i clienti corporate, in particolare per le PMI ossia il tessuto produttivo a cui storicamente la Banca si rivolge”, ha aggiunto l’istituto nella nota. “La Banca rimane focalizzata sull’implementazione del piano 2023-2026, sull’esecuzione dell’OPA su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Banco Bpm”. Le condizioni dell’Ops di Unicredit “risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia”. La nota spiega che l’Istituto si esprimerà sull’offerta “con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge” ma che dall’analisi del comunicato “il cda all’unanimità rileva in via preliminare e nel miglior interesse degli azionisti che l’Offerta indica un corrispettivo unitario – interamente in azioni – che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di BBPM del 22 novembre, e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri”.

Giorgetti: “Operazione non concordata”

L’operazione è stata “comunicata ma non concordata con il governo. Anche perché come noto esiste la golden power“, ha fatto sapere il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti facendo riferimento ai poteri speciali che, in Italia, l’esecutivo può esercitare nei settori strategici per tutelare l’interesse nazionale. 

Salvini: “Bankitalia c’è? Che fa?”

Non ha apprezzato neanche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che ha tirato in ballo la Banca d’Italia. “A me sta cuore – ha detto, sottolineando di non gradire concentrazioni e monopoli – che realtà come Bpm e Mps, che stanno collaborando e sono soggetti italiani che potrebbero creare un terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà. L’interrogatorio mio e di tanti risparmiatori è: Bankitalia c’è? Che fa? Bankitalia esiste, che dice, vigila? Siccome sono fra i più pagati d’Italia dirigenti di Bankitalia”. E ha insistito: “Da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Montepaschi per fare un favore ad altri, però c’è Bankitalia e noi dormiamo sonni tranquilli. Forse”.

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