Il decreto fiscale 2025 è stato approvato in via definitiva. Il via libera finale, al provvedimento collegato alla Manovra di bilancio, è arrivato oggi alla Camera.
Non c’è stata la conferma del taglio da 90 a 70 euro del canone Rai. Ma ecco cosa prevede il nuovo testo per le Partite Iva, per la sanità, e per il bonus Natale (in arrivo con le tredicesime).
Arriva anche il rinvio (con rateizzazione), proposto dalla Lega e riformulato dal governo, dell’acconto delle imposte per le partite Iva con ricavi fino a 170mila euro: si potrà pagare in un’unica soluzione il 16 gennaio o anche in 5 rate tra gennaio e maggio 2025. La proposta iniziale punta al rinvio anche del versamento per contributi assistenziali e previdenziali.
Al Senato è arrivato anche il via libera all’emendamento di Fratelli d’Italia, sottoscritto anche dal Pd, sul payback farmaceutico, il cui obiettivo è un riequilibrio tra le Regioni. L’emendamento ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l’Aifa tenga conto non più del solo criterio “pro-capite”, ossia del numero di abitati, ma anche dei “rispettivi superamenti dei tetti di spesa”, redistribuendo gli importi alle Regioni.
E’ stata ampliata la platea del Bonus Natale da 100 euro, che arriverà insieme alle tredicesime dei lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, anche single, con redditi fino a 28mila euro. La misura riguardava originariamente 1,1 milioni di genitori-lavoratori, eliminando il requisito del coniuge a carico (previsto nella formulazione originaria della scorsa estate), il governo stima di raggiungere 4,5 milioni di persone.
La novità più rilevante è la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, approvata dal Consiglio dei ministri il 12 novembre via decreto legge, poi confluito nel decreto Fiscale per velocizzarne l’approvazione. Il concordato bis guarda agli indecisi, che non hanno aderito alla prima tranche: si applicano le stesse condizioni e la finestra si chiuderà il 12 dicembre.
Aumentano di 4,6 milioni per il 2024 le risorse da distribuire ai partiti sulla base delle scelte dei contribuenti sul 2Xmille dell’Irpef. La dote complessiva sale da 25 milioni a circa 30 milioni. Dopo i dubbi del Quirinale, non è stata messa ai voti la riformulazione del governo, che invece prevedeva una riforma complessiva del finanziamento ai partiti.
Sono arrivati anche 343 milioni di euro “per rafforzare la dotazione patrimoniale” della neocostituita Autostrade dello Stato, società interamente controllata dal Mef. E 3,7 milioni per il 2024 per gli indennizzi alle imprese per i danni del granchio blu che ancora aspettano gli aiuti.