Lo stima l'Istat secondo cui la manovra porterà effetti positivi per il triennio 2025-27

Il Pil italiano è atteso crescere dello 0,5% nel 2024 e dello 0,8% nel 2025. Lo stima l’Istat nella nota sulle prospettive per l’economia italiana nel 2024-2025. Nel 2024 l’aumento del Pil verrebbe sostenuto dal contributo della domanda estera netta (+0,7 punti percentuali), mentre la domanda interna fornirebbe un apporto negativo (-0,2 p.p.). Nel 2025 la crescita dell’economia italiana sarebbe invece trainata dalla domanda interna (+0.8 p.p.). 

Nel terzo trimestre di quest’anno, il livello del Pil ha registrato una stazionarietà su base congiunturale, a sintesi di un contributo positivo dei consumi finali (+0,8 p.p.) e delle scorte (+0,2 p.p.), controbilanciato dall’apporto negativo da parte della domanda estera netta (-0,7 p.p.) e degli investimenti fissi lordi (-0,3 p.p.) La crescita acquisita del 2024 è pari a +0,5%. La componente più dinamica della domanda interna è stata la spesa per consumi delle famiglie residenti e delle ISP (+1,4% la variazione congiunturale), mentre la contrazione degli investimenti (-1,2%) è stata guidata dal calo di quelli in mezzi di trasporto (-5,9%). Dal lato dell’offerta, continuano ad evidenziarsi le difficoltà nell’industria (il valore aggiunto ai prezzi base è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente) mentre tengono i servizi (+0,2%).

Nel primo caso, alla flessione del valore aggiunto nell’industria in senso stretto (-1%) si è contrapposto l’incremento nelle costruzioni (+0,3%). Tra i servizi, particolarmente dinamica la performance del commercio, alloggio e ristorazione (+1,5%) e delle attività finanziarie e assicurative (+0,7%); all’opposto, il valore aggiunto del settore informazione e comunicazione (-0,9%) e delle attività immobiliari (-0,8%) ha segnato una contrazione. A novembre, i segnali provenienti dalle indagini sul clima di fiducia di consumatori e imprese sono in peggioramento. Per i consumatori si evidenzia un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura (da 99,7 a 97,8 e da 95,0 a 93,8 rispettivamente). Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7).

Tra le imprese, invece, l’indicatore generale scende lievemente (-0,3 p.p.), a sintesi di andamenti fortemente eterogenei tra i diversi comparti produttivi: in aumento nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7); in diminuzione nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7). Nel dettaglio, nella manifattura migliorano i giudizi sul livello degli ordini mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese precedente. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione.

Manovra, effetto positivo sul Pil per triennio 2025-27

L’attuazione del complesso degli interventi della manovra sul Prodotto interno lordo italiano “essendo in larga misura indirizzati al sostegno del reddito disponibile di lavoratori, famiglie e redditi bassi, avrebbe un effetto positivo soprattutto sui consumi ed eserciterebbe spinte sui prezzi interni, con un aumento delle importazioni e un impatto negativo sul volume dei consumi pubblici, nel modello esogeni in termini nominali”. Lo stima l’Istat nella nota sulle prospettive per l’economia italiana nel 2024-2025, osservando che “gli investimenti privati reagirebbero solo limitatamente e con ritardo all’aumento della domanda e alla riduzione dei tassi reali di interesse”.

L’istituto aggiunge che “l’effetto finale degli interventi simulati sulla crescita del Pil risulta positivo nell’intero triennio: di poco inferiore a 2 decimi di punto nel 2025 e nel 2026, e di poco superiore ai due decimi nel 2027”. Inoltre “l’effetto espansivo su redditi e consumi nominali si tradurrebbe in un aumento indotto del gettito delle imposte, sia dirette sia soprattutto indirette, migliorando quindi gli effetti della manovra sul deficit che potrebbe risultare, in termini di PIL, inferiore a quanto programmato nel Piano Strutturale di Bilancio di medio termine presentato lo scorso settembre”. 

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