Intesa commerciale su libero scambio con organizzazione mercato comune America Latina, Italia tra i Paesi contrari
Il Mercosur è l’organizzazione che riunisce Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. In sostanza il mercato comune dell’America Latina tant’è che il termine Mercosur è una contrazione di ‘Mercado común del sur’. L’organizzazione sudamericana, istituita nel 1991 sulla scia del mercato unico europeo, ha creato una zona di libero scambio.
E’ aperta anche ad altri Paesi associati. E’ prevista una presidenza di turno, attualmente assegnata all’Argentina e al suo leader Javier Milei. Il Mercosur presenta asimmetria tra le nazioni partecipanti. Il Brasile, per esempio, detiene il 77% del prodotto economico totale dell’organizzazione, mentre l’Argentina il 20%, l’Uruguay il 2% e il Paraguay l’1%. Gli impatti di queste differenze si fanno sentire sulle dinamiche e sulla gestione del libero scambio. Dal 1995 non sono previsti dazi doganali tra i quattro Paesi sudamericani ma viene invece stabilita una tariffa comune verso Stati terzi. Nel 2008 il Mercosur ha ampliato il suo raggio d’azione associandosi alla Comunità Andina, l’altra organizzazione sudamericana che comprende Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù.
L’accordo commerciale di libero scambio con l’Ue porta con sé con l’intesa sul Free trade agreement. Sono 25 anni che si cerca di arrivare a un accordo tra Ue e Mercosur, le trattative sono in corso dal 1999. In Europa l’accordo non piace, soprattutto alla Francia ma anche all’Italia, all’Austria, alla Polonia, all’Irlanda. Lo vedono di buon occhio invece la Germania, la Spagna, la Lettonia e la Svezia. I nodi principali delle trattative riguardano le condizioni di reciprocità negli scambi e l’eliminazione progressiva delle tariffe doganali sui beni agroalimentari e industriali. L’intesa riguarda l’abbattimento delle barriere commerciali e la liberalizzazione degli scambi su molti prodotti provenienti dall’America Latina, dalla carne bovina al pollame, dallo zucchero al miele, dal riso alla frutta tropicale. Vengono ridefinite anche le regole sull’export europeo verso i Paesi sudamericani di prodotti industriali e agroalimentari, oltre a beni di abbigliamento, scarpe di pelle e tessuti.
Le tariffe sarebbero progressivamente azzerate con un impatto diretto su circa 717 milioni di persone e su un volume di scambi tra i 40 e i 45 miliardi di euro. Secondo i calcoli messi a punto dall‘Unione europea in caso di ratifica il patto cancellerebbe il 92% delle tariffe doganali imposte dall’Ue per l’import dal Mercosur e il 91% di quelle relative all’export europeo verso i membri dell’organizzazione sudamericana. L’accordo prevede anche il riconoscimento di quasi 400 indicazioni geografiche protette per i prodotti e diverse altre misure per facilitare l’accesso delle aziende europee e sudamericane ai rispettivi mercati.
L’accordo, dopo la ratifica da parte della commissione Ue, dovrà passare dal vaglio del Consiglio e del Parlamento europeo. Non è richiesta l’unanimità, ma la maggioranza qualificata. Inoltre le disposizioni non commerciali incluse nell’accordo annullerebbero le giurisdizioni degli stati membri dell’Ue; cosa che richiederebbe un processo di ratifica più importante con la necessità dell’autorizzazione unanime dell’accordo da parte dell’Ue a 27, a cui dovrebbe seguire poi l’approvazione da parte del Parlamento europeo e di tutti i singoli Parlamenti dei Paesi.
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