Appena chiusa la nuova tranche, per i commercialisti sarà difficile arrivare ai 2,5 miliardi da dedicare al taglio della seconda aliquota Irpef
L’ipotesi è che la percentuale definitiva di adesioni al concordato, la cui seconda tranche si è chiusa ieri, si attesti tra il 14% e il 18% per un totale di adesioni che non dovrebbe superare i 750mila soggetti economici. Di questi, 522mila – circa il 12% dei potenziali destinatari della proposta – hanno aderito entro in termini originariamente fissati a fine ottobre. Lo spiega a LaPresse Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, da sempre critico con lo strumento, confermando che difficilmente si raggiungeranno i preventivati 2,5 miliardi finalizzati alla riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef.
Ieri si è chiusa definitivamente la stagione del concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024-2025. “Il nuovo istituto introdotto quest’anno ha suscitato molte perplessità e alimentato un acceso dibattito a seguito dei continui cambiamenti fino a pochi giorni dalla scadenza che hanno determinato totale incertezza per i contribuenti e difficoltà operative per i commercialisti – afferma Cuchel – illegittimità costituzionale per mancato rispetto della capacità contributiva (art.53), disparità di trattamento tra cittadini (art.3), mancato rispetto di alcuni principi dello statuto del contribuente gli aspetti al centro del dibattito. Ancor di più soggetta a critiche è stata la riapertura postuma della scadenza originaria del 31 ottobre al 12 dicembre. Riapertura determinata dalla scarsa adesione, ampiamente prevista dall’Associazione nazionale commercialisti. Riapertura criticata anche per l’inspiegabile limitazione nei confronti di coloro che avevano presentato la dichiarazione dei redditi legittimamente successivamente alla scadenza del 31 ottobre e per l’impossibilità di revocare la scelta effettuata nella dichiarazione originariamente trasmessa, dimostrando che in ambito fiscale non vi è assolutamente la parità di rapporti tra contribuenti e lo Stato”.
In particolare, dai dati raccolti “ci risulta che la percentuale definitiva può attestarsi tra il 14% e il 18% per un totale di adesioni che non dovrebbe superare i 750.000 soggetti economici. Difficilmente si raggiungeranno i preventivati 2,5 miliardi finalizzati alla riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef, pertanto, vedremo se questa ipotesi verrà mantenuta cercando le risorse in altro capitolo di spesa”.
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