Il testo in esame alla Camera. Salta l'aumento dei pedaggi delle autostrade e arriva il rimborso spese per i ministri non eletti

Via libera al bonus per i nuovi elettrodomestici e anche a un fondo taglia-bollette grazie alle risorse che si dovrebbero liberare dalla riduzione (da 40 a 20 anni) delle proroghe per le concessioni elettriche. Sono alcune novità che approdano nella Manovra all’esame della commissione Bilancio alla Camera, prima del suo passaggio in Aula a Montecitorio. Tra gli altri elementi c’è anche la detassazione delle mance e il mancato aumento dei pedaggi autostradali.

Bonus elettrodomestici

Nella legge di Bilancio viene introdotto quindi un bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica finalizzato alla sostituzione di apparecchi obsoleti; il contributo copre fino al 30% del costo di acquisto dell’elettrodomestico e comunque per un importo non superiore a 100 euro, elevato a 200 euro se l’indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare dell’acquirente è inferiore a 25mila euro.

Concessioni elettriche e bollette

Cambia la norma sulle concessioni elettriche, con una riformulazione che dimezza il periodo per le proroghe dai 40 anni, inizialmente previsti, a 20 anni. L’eventuale maggiore gettito andrà alla riduzione dei costi delle bollette. “Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, sentita l’Arera, valuta i piani straordinari di investimento” e “in caso di esito positivo della valutazione, li approva”.

L’approvazione dei piani straordinari di investimento comporta “la rimodulazione delle concessioni in essere, anche sotto il profilo della durata, in coerenza con la durata degli investimenti previsti dai medesimi piani, comunque per un periodo non superiore a 20 anni. Le eventuali maggiori entrate correnti di cui al presente articolo confluiscono ad un Fondo costituito presso il ministero dell’Economia e delle finanze destinato prioritariamente alla riduzione dei costi energetici delle utenze domestiche e non domestiche”.

Mance detassate

Con un emendamento di FdI viene aumentata la detassazione delle mance del personale di bar e ristoranti: innalzato di 5 punti il limite di detassazione che passa dal 25 al 30%; inoltre, è stato spostato il tetto di reddito sotto il quale si applica e che passa da 50mila a 75mila euro.

Niente aumento dei pedaggi

Salta nella Manovra l’aumento delle tariffe autostradali dell’1,8%. Il governo, anche su richiesta delle opposizioni, ha chiesto ai relatori di ritirare l’emendamento che prevedeva l’aumento dell’1,8% nel 2025, in linea con l’inflazione programmata. La proposta conteneva anche la proroga al 30 giugno 2025 della scadenza per l’aggiornamento dei piani economico-finanziari delle concessioni autostradali.

Risorse per anniversario Resistenza

Via libera invece a un emendamento del Pd, riformulato dal governo, che stanzia 700mila euro per la celebrazione dell’ottantesimo anniversario della Resistenza, della Repubblica e del voto delle donne e della Costituzione. Previsti anche 300mila euro per le celebrazioni della figura di Giacomo Matteotti con uno stanziamento alla Casa Museo in provincia di Rovigo.

Rimborso spese per ministri non eletti

I relatori circoscrivono la norma sui compensi dei ministri non parlamentari. La riformulazione dell’emendamento prevede non più l’equiparazione del trattamento economico tra i componenti del governo eletti e quelli non eletti, ma che “i ministri e i sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma” abbiamo “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni“. Per questo fine, è istituito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri un Fondo con una dotazione di 500mila euro annui a decorrere dall’anno 2025.

Fondi per stabilizzare precari Cnr

Arrivano risorse per la stabilizzazione dei precari del Cnr. La misura è contenuta in un emendamento di Avs, riformulato dai relatori, che prevede “un contributo di 9 milioni di euro per il 2025, 12,5 milioni per l’anno 2026 e di 10,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2027, per l’assunzione di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi”. E’ finanziato con le risorse del cosiddetto tesoretto per le modifiche parlamentari.

Revisori Mef

Cambia la norma che prevedeva revisori del Mef in enti o aziende che recepiscono contributi da parte dello Stato. Nella riformulazione, approvata durante la maratona notturna, si prevedono non più i revisori del Mef ma un rappresentante “designato sulla base della attribuzioni di competenza di ciascun ministero“. Resta identico, a 100mila euro, il tetto di contributi pubblici per far scattare i maggiori controlli. I rappresentanti del Mef, o in mancanza di questi i rappresentanti degli altri ministeri designati, effettuano “apposite attività di verifica intese ad accertare che l’utilizzo dei predetti contributi sia avvenuto nel rispetto delle finalità per i quali” i contributi “sono stati concessi ed invia annualmente” alla Ragioneria dello Stato le risultanze delle verifiche.

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