Il Piano Stellantis, Imparato: “2 miliardi di investimenti in Italia”

Il ministro Adolfo Urso: "Oltre 1 miliardo alla filiera"

Due miliardi di investimenti sulle fabbriche italiane, sei miliardi in acquisti dalla filiera nazionale dell’automotive, sette nuovi modelli a Melfi, le due compatte a Pomigliano, le nuove Alfa e il rilancio di Maserati, con “tutti gli stabilimenti in Italia che rimarranno attivi”. Per parlare del Piano Italia di Stellantis, Jean Philippe Imparato, Responsabile europeo del gruppo automobilistico, usa una metafora ferroviaria, al tavolo svoltosi al Mimit: “Il treno della storia non si ferma due volte. Il tempo è venuto per noi, Stellantis, di fare squadra con l’Italia per affrontare le sfide esistenziali che affrontiamo e sottovalutate da alcuni in Europa. Lo farò direttamente, concretamente. Odio le promesse non mantenute e non voglio essere smentito dai fatti. Quindi ci metto la faccia”. “Tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi e già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli”: parola di Imparato che alla domanda in conferenza stampa alla domanda se ci sarà una fusione con Renault, ha risposto “no”.

“Settore in una fase di profondi cambiamenti”

Al tavolo erano presenti anche i ministri del Lavoro Marina Calderone e dell’Economia Giancarlo Giorgetti, oltre al padrone di casa Adolfo Urso. “Siamo consapevoli che il settore auto è in una fase di profondi cambiamenti – ha detto il titolare del Mimit- Per questo il governo, in un contesto di bilancio difficile, ha compiuto uno sforzo significativo, mettendo a disposizione del comparto e della filiera oltre un miliardo di euro nel 2025 per supportare le imprese nella transizione in corso con gli strumenti di politica industriale. La transizione va governata senza traumi, per questo abbiamo chiesto a Stellantis di assumersi la piena responsabilità sociale e di lavorare con noi, con tutti gli attori, perché questo caratterizzi il modello italiano”.”Abbiamo avuto risposte con il Piano Italia. Un Piano significativo come mai prima si era visto”, è la sintesi di Urso.

La road map del Piano

La road map del Piano targato Stellantis è stata illustrata dal Imparato. Dal 2028 a Pomigliano sarà installata la nuova piattaforma (Stla-Small), sulla quale è prevista la produzione di due nuovi modelli compatti. Verrà rafforzato il presidio per la produzione delle vetture mass market con l’estensione della produzione della Panda (detta Pandina) fino al 2030, seguita dall’introduzione della nuova generazione dello stesso modello. A Mirafiori invece sarà basata la produzione della 500 ibrida e della nuova generazione della 500 BeV elettrica, in aggiunta alla prosecuzione dell’attività dei cambi eDCT. Torino sarà, dal primo gennaio 2025, la sede della Regione Europa di Stellantis e il quartier generale della divisione Veicoli Commerciali del gruppo.

A Cassino sarà introdotta la piattaforma Stla-Large (oltre allo sviluppo in anteprima mondiale delle architetture elettroniche Stla-Brain e Stla-Smart Cockpit), su cui saranno prodotti tre nuovi modelli. Dal 2025 sarà prodotta la nuova Alfa Romeo Stelvio, dal 2026 la nuova Alfa Romeo Giulia, e una nuova vettura top di gamma. Melfi, secondo quanto annunciato da Stellantis, dovrebbe beneficiare del lancio di 7 nuovi modelli: dal 2025 sarà prodotta la nuova Ds n. 8, la nuova Jeep Compass, la nuova Lancia Gamma e la nuova Ds7, tutte elettriche. Di questi, tre modelli – Jeep, Gamma e Ds7 – saranno anche ibridi, il che triplica la previsione dei volumi prodotti. Su Termoli Stellantis ha confermato il sostegno finanziario della joint venture Acc e lo studio per la realizzazione della Gigafactory.

Di fronte a Stellantis che prevede “un aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi” arriva la reazione dei sindacati. Per la Uilm “non ci sono le condizioni per dire c’è nuova fase e servono fatti”. La Fismic constata “un cambio di clima nel confronto, fondamentale per affrontare la difficile fase di transizione verso l’elettrico”. La Fiom vuole “risposte certe per quanto riguarda le produzioni, abbiamo bisogno di nuovi modelli, abbiamo bisogno di risposte per quanto riguarda la Gigafactory di Termoli e anche dal Governo” e “la mobilitazione continuerà per investimenti e lavoro”.