Al via le domande dal 2 gennaio, servono 80 anni e un Isee fino a 6mila euro

Il bonus anziani 2025 prende il via a partire dal nuovo anno. Dal 2 gennaio l’Inps – in base all’art. 34 del decreto legislativo 29/2024 – provvederà ad erogare in via sperimentale una nuova prestazione denominata ‘Prestazione universale’, destinata agli ultraottantenni non autosufficienti e subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”. Il periodo di sperimentazione andrà dal primo gennaio 2025 al 31 dicembre 2026.

Ecco i requisiti, chi ne ha diritto.

Il riconoscimento del bonus anziani comporterà l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento (legge n. 18 del 1980) e delle prestazioni fornite dagli Ats. La domanda potrà essere presentata telematicamente all’Inps a partire dal 2 gennaio 2025, accedendo al portale dell’Istituto ‘inps.it’, sia personalmente con la propria identità digitale che tramite gli istituti di patronato di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152.

Il riconoscimento della prestazione è subordinato al possesso dei seguenti requisiti: età anagrafica pari o superiore agli 80 anni; un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico – legale dell’Inps, anche in base alle indicazioni fornite dalla commissione Tecnico-scientifica nominata il 16 ottobre 2024 e approvate con decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali del 19 dicembre 2024; un valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria ordinario, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro; la titolarità dell’indennità di accompagnamento, che qualora sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

La prestazione universale sarà erogata con cadenza mensile ed è composta da una quota fissa monetaria, corrispondente all’indennità di accompagnamento; una quota integrativa, definita ‘assegno di assistenza’, pari ad 850 euro mensili, finalizzata a remunerare o il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di regolare rapporto di lavoro, o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza.

L’Inps provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento tra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.

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