La delega al governo prevede di adottare i decreti entro 24 mesi. La relazione: "I precedenti referendum non sono un ostacolo"

Il disegno di legge delega sul nucleare sostenibile include lo “sviluppo e l’utilizzo della fusione” oltre che lo “smantellamento” delle vecchie centrali italiane. Il ddl – che contempla quattro articoli e richiama la necessità del nucleare essenzialmente per abbattere le emissioni e ridurre i costi dell’energia – è stato presentato a Palazzo Chigi, in attesa di entrare nel primo Consiglio dei ministri utile.

Il titolo è ‘Delega al governo in materia di nucleare sostenibile’. Subito viene richiamata l’importanza del nucleare quale “fonte” taglia-emissioni per raggiungere “gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050“, oltre che per aumentare la “sicurezza e l’indipendenza energetica del Paese” e per contenere “i costi dei consumi energetici” di famiglie e imprese.

Il governo è “delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale”. La delega al governo è anche tesa “anche ai fini della produzione di idrogeno, la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, nonché la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia, anche mediante riordino e modificazioni della normativa vigente”.

La relazione del Ddl: “Energia stabile per intelligenza artificiale”

L’energia nucleare è “stabile” e disponibile con continuità24 ore al giorno e 7 giorni su 7″, cosa che è “difficile” possa esser fornita dalle “sole rinnovabili”, si legge nella relazione illustrativa del disegno di legge delega. Un’analisi che mette in evidenza come l’energia nucleare sia necessaria anche per soddisfare l’aumento di domanda di energia nei prossimi anni; crescita che è anche rappresentata “dalla grande richiesta per alimentare data center e sistemi di intelligenza artificiale, che devono garantire la disponibilità dei servizi senza interruzioni”.

“Nessun rischio da referendum”

La produzione di energia nucleare in Italia con un nuovo quadro giuridico non è impedita dai precedenti referendum che hanno bocciato l’energia atomica nel Paese, si legge ancora nella relazione. La motivazione è che la tecnologia di oggi è nuova e soprattutto non è “comparabile” con quella alla quale “il Paese aveva rinunciato”. Questo rende “giuridicamente legittimo, anche in considerazione della giurisprudenza costituzionale, intervenire sulla materia senza alcun rischio che i precedenti referendari possano costituire un ostacolo normativo all’intervento del legislatore”.

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