Il provvedimento è passato al Consiglio dei ministri, il Codacons: "Oltre 14 euro in più ad autovettura"
Approvata ieri in Cdm, tra le altre cose, la riforma delle accise. Il testo si chiama ‘Revisione delle disposizioni in materia di accise‘ (decreto legislativo – esame definitivo). Sui testi, che tengono conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, sono state ottenute le intese in sede di Conferenza unificata.
Cosa cambia col riordino delle accise secondo il Codacons
“In Italia le accise valgono oggi 0,728 euro su ogni litro di benzina, e 0,617 euro su un litro di diesel“, analizzava ieri il Codacons. “Un aumento delle accise di 1 centesimo di euro per il gasolio equivale ad una maggiore spesa da +0,61 euro su un pieno da 50 litri, se si tiene conto anche dell’Iva applicata sulle accise – sottolinea Codacons -. In un anno la maggiore spesa, considerando una media di due pieni al mese, sarà quindi pari a +14,64 euro ad autovettura, con un aggravio complessivo da +243 milioni di euro annui sulla totalità delle auto diesel circolanti in Italia. In 5 anni la misura costerebbe in totale circa 1,21 miliardi di euro ai proprietari di autovetture alimentate a gasolio – evidenzia -. Di contro, una riduzione di 1 centesimo per le accise sulla verde, comporterebbe un risparmio complessivo per gli automobilisti che possiedono auto a benzina da 249,7 milioni di euro annui, -1,25 miliardi in 5 anni. Se invece l’aumento delle accise fosse di 1,5 centesimi, la maggiore spesa per un pieno di diesel, considerata anche l’Iva, sarebbe di 0,915 euro, +21,96 euro all’anno nell’ipotesi di due pieni al mese, con un aggravio complessivo da +364,5 milioni di euro annui sulle famiglie che possiedono autovetture diesel, +1,82 miliardi in 5 anni – aggiunge Codacons -. Tuttavia una identica riduzione da 1,5 centesimi sulla benzina comporterebbe un risparmio da 374,5 milioni di euro annui per la platea di automobilisti con vetture alimentate a verde, -1,87 miliardi di euro in 5 anni”.
“Il provvedimento del Governo dovrebbe progressivamente riallineare il peso di tale tassazione sui due carburanti, attraverso un incremento delle accise sul diesel compreso tra 1 e 1,5 centesimi di euro all’anno, per un periodo di 5 anni, e una identica riduzione per le accise applicate alla benzina – prosegue la nota dell’associazione -. Un aumento che, tuttavia, non riguarderebbe il settore dell’autotrasporto, come ha spiegato in più occasioni il governo. Il Codacons ha calcolato i potenziali effetti di una simile misura per gli automobilisti italiani a seconda del tipo di alimentazione delle autovetture – continua -. In Italia su un parco auto circolante pari a 40,5 milioni di vetture, il 42% è la quota di quelle alimentate a benzina, 40,9% quelle a gasolio. Questo significa che ad oggi circolano nel nostro Paese circa 17 milioni di auto a benzina, e oltre 16,6 milioni di auto diesel”, conclude Codacons.
Cosa ha approvato ieri il Cdm oltre al riordino delle accise
“Il Consiglio dei ministri ha approvato una serie di importanti misure per il nostro ordinamento tributario, aggiungendo un altro tassello fondamentale nel percorso di semplificazione avviato dal Governo. Con questi provvedimenti rendiamo il nostro sistema più equo, moderno ed efficiente, per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese”. Così il viceministro all’Economia Maurzio Leo. “È stato approvato anzitutto il testo unico in materia di riscossione, che ordina tutto il quadro normativo di settore – spiega -. Si tratta di un intervento necessario per superare frammentazioni legislative e garantire maggiore chiarezza agli operatori economici e ai contribuenti. È un importante passo avanti nel quadro degli otto testi unici previsti dal cammino della riforma. Di questi, infatti, ne abbiamo approvati quattro. Un percorso che verrà suggellato dalla predisposizione del codice tributario, con l’obiettivo di garantire certezza del diritto e stabilità normativa”.
“Il Consiglio dei ministri ha inoltre approvato, in via definitiva, il quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale in materia di accise, introducendo importanti meccanismi di semplificazione per gli operatori, a garanzia dell’erario – aggiunge -. Un intervento che migliora l’efficienza del sistema tributario, riducendo oneri burocratici e rafforzando la fiducia tra Stato e contribuenti. In questo decreto si disciplina anche la parte fiscale per la produzione del vino dealcolato, consentendo alle imprese italiane di investire e operare in nuovi mercati”.
È stato poi approvato in prima lettura un correttivo che introduce diverse misure di semplificazione in materia di adempimenti e versamenti. Inoltre, viene rivisto il concordato preventivo biennale, estendendo l’adesione all’istituto entro il 30 settembre (in precedenza era il 31 luglio) e, tenuto conto della sperimentalità del concordato, vengono esclusi i soggetti che adottano il regime forfetario. In materia di contenzioso è invece prevista la possibilità di poter usufruire della conciliazione giudiziale per tutti i ricorsi pendenti in Cassazione. Prima di questo correttivo, tale istituto era dedicato solo ai ricorsi pendenti in Cassazione dopo il 5 gennaio 2024, oggi viene esteso a tutti. Un modo per snellire il carico processuale, ottenere in anticipo maggiori risorse e, da ultimo, raggiungere l’obiettivo PNRR in materia.
Infine, nel settore doganale, vengono recepite le istanze delle categorie in relazione alle sanzioni sui diritti di confine diversi dal dazio, allineandole a quelle interne. “Con questi provvedimenti, in totale sono venti dall’inizio della riforma, il Governo conferma il proprio impegno nel percorso di ammodernamento del nostro sistema fiscale, perseguendo gli obiettivi di certezza del diritto e di competitività della nostra nazione”, conclude Leo.
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