La grande azienda tedesca prevede quasi la metà delle uscite in Germania, colpito settore automazione industriale e ricarica veicoli elettrici

Anche Siemens avvia i licenziamenti. Taglierà 6mila posti di lavoro in tutto il mondo. Di questi la maggior parte, tra i 2.660 e i 2.850, sono in Germania. A esser particolarmente colpito è il settore dell’automazione e, in misura minore, quello delle soluzioni di ricarica. A livello globale, 5.600 dei 68.000 posti di lavoro nel settore dell’automazione industriale saranno tagliati. Altri 450 posti di lavoro andranno persi nel settore delle soluzioni di ricarica per veicoli elettrici.

L’azienda ha presentato ai rappresentanti dei dipendenti i piani per aumentare ulteriormente la propria competitività globale. I piani riguardano le unità nel settore dell’automazione presso Digital industries e il settore della ricarica dei veicoli elettrici presso Smart infrastructure.

“Le mutate condizioni nei mercati chiave hanno reso necessari adeguamenti della capacità in entrambi i casi. Per due anni, il mercato tedesco, in particolare, è stato in calo. Di conseguenza, le capacità in Germania dovranno essere adeguate – recita la nota del gruppo Siemens – i licenziamenti correlati alle operazioni in Germania sono esclusi. L’obiettivo è rafforzare la futura competitività delle attività interessate e consentire investimenti nei mercati in crescita. Nonostante gli adeguamenti pianificati, l’organico totale di Siemens in Germania tenderà a rimanere stabile a causa delle assunzioni in altre aree in crescita“.

L’annuncio della Siemens segue quello di altre grandi aziende tedesche in crisi come Volkswagen, ThyssenKrupp, Bosch, Audi, Basf.

Siemens è una multinazionale tedesca. Fondata nel 1847, è attiva nei settori della tecnologia, della mobilità, dei servizi. La sua sede è a Monaco di Baviera. E’ presente con diversi uffici in circa 200 Paesi a livello globale.

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